Due punti persi per assenza di lucidità. E’ andata così in una gara giocata bene nella parte centrale ma zeppa di errori individuali e appannamento fisico e mentale in alcuni frangenti.
L’Inter avrebbe meritato un gol in più ma, come in altre occasioni non sa ammazzare le partite.
Il primo tempo per un quarto d'ora viaggia male, su un piano di equilibrio apparente che viene interrotto da pericoli enormi creati dal Bologna. Prima il palo, grazie alla parata salvifica di Sommer, poi il gol di Moro in anticipo su De Vrij.
L'Inter si scuote e trova quasi subito il pareggio con Dumfries. In seguito controlla e gestisce meglio la gara. Dumfries vince due contrasti, lancia e va via un paio di volte al suo marcatore, mostrando di avere gamba, Thuram preziosissimo negli allunghi e Lautaro nel fornire un punto d'appoggio sicuro. Zielinski inizia male, perdendo palloni sanguinosi, come quello che porta al gol bolognese ma chiude bene. Con la partita in pieno controllo però il Bologna per poco non trova il gol del nuovo vantaggio.
Su calcio d'angolo Odgaard di testa indisturbato colpisce di testa ma San Sommer salva di nuovo.
Il primo tempo sta per terminare ma improvvisamente Zielinski rintraccia Di Marco, il quale a sua volta cerca e trova Lautaro, pescato in area bolognese e bravo a metterla in rete anticipando il marcatore.
Nella ripresa l'Inter dovrebbe gestire ma è una qualità che quest'anno difetta e infatti dopo nemmeno dieci minuti si fa trovare impreparata su un cross senza pretese che Dimarco non riesce a intercettare. La palla arriva a Orsolini che la cede a Holm e la frittata è fatta.
Dopo due minuti Asllani perde drammaticamente un pallone a centrocampo ed è di nuovo Sommer a metterci una pezza. Il pubblico rumoreggia, si percepisce fastidio per un centrocampista preso di mira per non essere ciò che si sperava. E' un cucitore di gioco dal pensiero ordinario. Sbaglia poco perchè non azzarda e il vero peccato è questo.
La partita si spegne dal 70°. Negli ultimi venti minuti tanti cambi ma manca l’energia e il gioco diventa velleitario.
Pairetto arbitra male e finisce con l’irritare tutti.
Il 2-2 fa male perché ) regala entusiasmo al Napoli.
Il tema è anche un altro.
La preoccupazione per la prolungata assenza di Calhanoglu non dipende da una mancanza di fiducia verso la squadra, l’allenatore o la società.
E’ una constatazione legata ad una lotta impari contro un avversario (il Napoli) che ha parecchie partite in meno, pochi infortuni e tanti soldi per poter sostituire uno come Kvaratskhelia, magari con Garnacho.
Se la rivale fosse solo l’Atalanta o un’altra squadra nelle medesime condizioni la questione sarebbe accettabile, ma giocare ogni tre giorni porta via energie nervose, fisiche e aumenta le possibilità di infortuni (mai così tanti come questa stagione).
La scorsa stagione non è paragonabile.
L’Inter era già fuori agli ottavi di Coppa Italia, la Champions aveva almeno due partite in meno e c’era un solo recupero da disputare.
La società quest’anno ha deciso di provare a puntare a tutto ma se vengono entusiasticamente fatte notare le potenzialità, non altrettanto accade con i limiti della rosa, che pure ci sono e non ci sarebbe nulla di male nell’annotarli.
Frattesi, Taremi, Zielinski e Asllani ci si aspettava rendessero di più e invece si stanno rivelando meno incisivi del previsto. Nessuno di loro riesce a trovarsi nel gioco sistemico di Inzaghi.
Il Napoli inoltre è più forte di quanto non fosse la Juve la scorsa stagione. Non crollerà d’un tratto, come fecero i bianconeri, non avrà cedimenti.
Ora l’Inter deve continuare a testa bassa, perché ci saranno altre partite a distanza ravvicinata. L’importante è che Inzaghi comprenda perché vengono commessi alcuni errori tecnici e mentali in alcuni passaggi delle partite, contro qualunque tipo di avversario.
Qualcosa va cambiato nel piano partita ma sembra non ci sia il tempo di provare nulla di nuovo. Ora sotto con l’Empoli che va affrontato con molta più attenzione.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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