Nella maniera più cruda e crudele, il Napoli alle 23.39 annuncia l’esonero di Carlo Ancelotti. Lui non si sarebbe mai dimesso, anche se oltre che dal club era arrivata anche la sfiducia dell’intero spogliatoio, sentitosi abbandonato a torto o a ragione dalla notte dell’ammutinamento. Stranamente dopo quella sera, i giocatori internamente avevano preso a fare tutta una serie di rimostranze tecniche che però guarda caso primo non erano mai state segnalate. Carletto ha sicuramente sbagliato, nella confusione di certe scelte, nella mancanza di certe gerarchie, nella poca intensità in campionato, ma intanto in Champions il suo da 15 milioni di € l’ha fatto, e consegna a Gattuso che verrà annunciato mercoledì una squadra che si potrà disputare gli Ottavi di finale. Ma più che il mercato e giocatori, a Gattuso e al resto della squadra dovranno essere dati un paio di braccioli: la società sta affondando, con una gestione della cabina di comando umorale oltre l’ammissibile, che ha portato a sbattere sull’iceberg un transatlantico costruito in 10 anni con tanta pazienza e acume dirigenziale. Certo, De Laurentiis l’ha costruito e De Laurentiis è padrone di farci quello che vuole, ma davvero il danno d’immagine e sportivo che il Napoli si è autoprocurato ha davvero pochi eguali. E adesso per testardaggine, si continuano a dare capocciate nella chiglia, finche non si imbarca altra acqua.
A San Siro tutto quello che volete. Le assenze a centrocampo che hanno svuotato il gioco dell’Inter, e il gioco è la fonte di alimentazione principale di una squadra vincente. La mancanza di cambi all’altezza, visto che il mismatch tra titolari e panchina nell’Inter è scioccante paragonato a quello nella Juventus - l’Inter sta praticamente giocando da un mese con il centrocampo della Fiorentina di due anni fa, più Brozovic scoppiato da tempo per non essere riuscito mai a tirare il fiato.
Tutto quello che volete.
Ma il Barcellona B l’Inter non solo doveva batterlo, ma poteva tranquillamente batterlo. Perché è vero che Griezmann ha potuto giocare nella sua posizione da 10 che privilegiava tanto all’Atletico, che Rakitic e Vidal sono una cerniera da migliori d’Europa, che Neto ha fatto un partitone.
Ma l’Inter ha pur sempre sprecato 4 gol con Lukaku in serata da sciagurato Romelu, e soprattutto non ha mai giocato con sicurezza nella partita, con un centrocampo troppo timido e schiacciato, con palle lunghe in spera e prega per Lautaro e Lukaku, con un gioco molto al di sotto di quanto visto praticamente quasi sempre nell’Inter di Conte (ma le avvisagli si erano già intraviste precise contro una Roma a mezzo servizio). E last but not least, come ha sottolineato Valverde, con un’ansia da prestazione nel Secondo Tempo che le ha tagliato ulteriormente le gambe già piegate dalla mancanza di ricambi. Il gioco del Barcellona non cambia, anzi si esalta nella mancanza di pressione, ma gli interpreti ovvio cambiano, e allora Conte aveva il dovere di riportare la barra dritta nella ripresa. Ancora una volta non c’è riuscito, e l’ansia da prestazione torna a essere un suo grande problema, forse l’unico. Sempre che la Fiorentina domenica non gliene crei un altro grosso, perché in queste condizioni il pericolo di rovescio al Franchi è grossissimo.
Occhio perché un problema cronico ce l’ha anche Sarei: quando era al Napoli, c’erano solo due allenatori che sul piano della prestazione lo mettevano sistematicamente nel sacco, ovvero Allegri e Simone Inzaghi. Contro la Juve finiva per soccombere perché la differenza tecnica era non ribaltabile, contro la Lazio l’aggiustava perché il gap tecnico era a suo favore. Ma sistematicamente, si faceva attirare da Inzaghi nella sua rete bassa di centrocampo, per poi farsi insaccare con ripartenze, gamba, fiato. Stessa cosa successa all’Olimpico, nonostante un primo tempo gagliardo della Juventus.
Dunque Sarri dopo 4 anni non è ancora andato oltre i propri limiti tattici - che sono pochi, ma cronici -, o quantomeno non è riuscito a gestirli per renderli innocui. Per tanto tempo abbiamo parlato di come Sarri possa aiutare la Juventus a migliorare: ma la Juventus, con la sua caratura e qualità, può da sé aiutare Sarri a andare oltre le ingenuità? Di solito la Champions la vince chi risolve proprio quel problema.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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