Una battaglia legale che sembrava chiusa si riapre con forza. Lassana Diarra, ex centrocampista di Real Madrid, PSG e Nazionale francese, ha chiesto un risarcimento di 65 milioni di euro lordi (circa 35 netti) nei confronti della FIFA e della Federcalcio belga. A sostenerlo in questa nuova fase ci sono FIFPRO Europe e FIFPRO World, oltre alla fondazione “Justice for Players”, che promuove azioni collettive per tutelare i calciatori.

L’ORIGINE DEL CASO – Tutto nasce dieci anni fa, quando Diarra decise di rescindere anticipatamente il contratto con il Lokomotiv Mosca. La FIFA giudicò la scelta come una rottura senza giusta causa, imponendo al giocatore una multa da 10 milioni di euro e una sospensione sportiva. A complicare la vicenda fu l’applicazione dell’articolo 17 del regolamento FIFA, che prevede la “responsabilità solidale” con il nuovo club eventualmente interessato al tesseramento.

LA SVOLTA EUROPEA – Nell’ottobre scorso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ribaltato il verdetto, stabilendo che parte dell’articolo 17 è in contrasto con i principi comunitari di libera circolazione dei lavoratori e libera concorrenza. In particolare, i giudici hanno sottolineato come i criteri utilizzati dalla FIFA per calcolare le indennità siano «vaghi, imprevedibili e non trasparenti». Il paragrafo 145 della sentenza ribadisce che nel calcio, come in ogni altro settore, devono valere le regole del diritto del lavoro.

LA RICHIESTA RECORD – Forte della sentenza, Diarra ha deciso di chiedere un risarcimento calcolato dalla società Compass Lexecon, specializzata nella valutazione dei danni da concorrenza sleale. Il francese rivendica il danno subito negli anni e vuole dare un segnale anche alle nuove generazioni di calciatori.

LE PAROLE DI DIARRA – «Sono passati più di undici anni. Porto avanti questa battaglia non solo per me, ma anche per i giocatori più giovani che non hanno avuto la mia stessa carriera», ha dichiarato l’ex PSG. «La FIFA e la Federcalcio belga hanno perso davanti alla Corte di Giustizia Europea su tutta la linea. Hanno modificato il regolamento, ma senza rispettare i criteri fissati dalla sentenza. Ho sperato in un accordo, ma non c’è stato alcun passo in questa direzione: è l’ennesima dimostrazione di disprezzo verso lo Stato di diritto e verso i calciatori».

La vicenda è destinata a lasciare un segno profondo nel mondo del calcio. Il “caso Diarra” non riguarda solo un singolo giocatore, ma apre un dibattito più ampio sul rapporto tra regole sportive e principi di diritto europeo. Un messaggio che potrebbe cambiare per sempre gli equilibri contrattuali nel mondo del pallone.

Sezione: Altre news / Data: Lun 18 agosto 2025 alle 12:13
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print