Diciamo alcune cose per generare nuove e fantastiche sinapsi del tipo “Biasin, cazzo dici?”.
Il Milan torna da Bratislava con tre punti ottimi per la classifica e per il morale (i primi 8 posti a questo punto sono un obiettivo concreto). E però ci sono dei però. Il primo: la partita con la Juventus non è un problema di “punti”, o non solo. È un problema di “proposta”. Un tifoso del Milan non è abituato a quella roba lì, non la può accettare. Al limite preferisce perdere perché ha cercato di vincere e, quindi, non può sopportare cotanta bruttezza. Fonseca dice di essere d’accordo, ma il problema è che certe cose dovrebbe capirle lui per primo. La seconda: il primo gol incassato dallo Slovan Bratislava è agghiacciante, non accettabile neppure in Terza Categoria, un concentrato di decisioni sbagliate e superficialità che il 2-3 finale mitiga solo in parte. Fonseca è in cerca di continuità e certezze ma, al momento, sembra un uomo spaesato in una società che – almeno in apparenza – appare poco interessata al malumore generale.
La Juve è ridotta all’osso, limitata dagli infortuni e da un mercato al momento inconsistente. Il pareggio di San Siro a tal proposito è molto buono, altroché. Motta ha scelto di coprirsi, ci è riuscito bene e – viste le assenze – ha fatto benissimo. Ecco, l’allenatore della Juve – opinione personale – sta facendo un gran lavoro, lo dice anche la classifica che in troppi gli stanno contestando. Il problema semmai riguarda la costruzione della rosa: non si è mai vista una Juve che in assenza della sua punta titolare deve improvvisare; non si può accettare che un acquisto da 50 milioni (Douglas Luiz) sia già stato bollato come operazione sbagliata; non si può pagare un giocatore – Nico – più di 35 milioni e non perché non sia forte, ma per lo storico a livello di infortuni che si porta appresso. E poi la iella, da Bremer a Cabal. Ecco, in attesa che la sessione di gennaio consenta di mettere pezze, Thiago Motta (zero sconfitte in campionato e miglior difesa) non sta facendo bene, sta facendo benissimo.
Antonio Conte non è solo un allenatore, è un fine psicologo. Dopo Inter-Napoli si è presentato in sala stampa e ha tenuto un monologo degno di un grande interprete: il rigore, il sistema, l’etica sportiva, il pianeta Terra, le stelle. Un’analisi precisa e dettagliata. Poi arriva Napoli-Roma e cala il silenzio. Neanche un sussurro. Il messaggio è chiaro: il protocollo var è un problema… ma solo se rompe le balle a me e favorisce i miei avversari.
Una strategia legittima, degna di un tecnico che cura ogni aspetto, ma quantomeno evitiamo di credere (o evitiamo di “fingere di credere”) che il “discorso alla Nazione” sia stato fatto per il bene del calcio, dell’universo, di tutti noi.
Una cosa molto forte su Baroni, Palladino e le loro Lazio e Fiorentina: bravi. E anche una seconda: siete il risultato di progetti sensati e pochissimo sbandierati. E una terza: che stile Gigot.
Del Piero presidente Figc? L’idea è bella, affascinante, persino sensata. Forse troppo sensata per diventare realtà (siamo pur sempre in Italia). Pinturicchio non è solo l’ex bandiera della Juventus, ma un uomo di sport che piace a tutti, anche a mia zia. Chi meglio di Alex per dare lustro a un’istituzione spesso percepita come ingessata, se non addirittura ai limiti dell’imbalsamazione? È vero, gestire il Palazzo non è come calciare una punizione all’incrocio, ma Del Piero ha tutto per salire in carrozza: l’equilibrio, l’intelligenza e, soprattutto, la conoscenza del calcio. Avrebbe tutto molto senso, per questo non accadrà.
Infine, 4 balle su Inter e Atalanta, protagoniste ieri sera.
- L’Atalanta: fa impressione. Ma davvero. E non tanto per i risultati, a quelli ormai siamo abituati, ma per la sicurezza con cui affronta certe partite. La Dea che un tempo era provinciale, e poi è diventata squadra da mezza classifica, e poi è diventata squadra da zona Europa, e poi ha vinto l’Europa League… Ora ha tutto per puntare alle “cose grosse” (lo scudetto, ma pure il Coppone signore e signori).
- L’Inter: dieci vittorie e due pareggi nelle ultime dodici partite tra coppa e campionato. Difesa che ha iniziato a funzionare. Rotazioni che permettono a tutti di esprimersi (anche a Correa!). Panza affatto piena. Primo posto in Champions. Zero gol presi e, al limite, qualche infortunio di troppo (ieri Pavard). L’Inter scricchiolante di inizio stagione è un lontano ricordo.
E, ok, qui si parla di calcio, ma grazie Jannik Sinner per quello che ci hai regalato in ‘sto 2024. Sei una forza della natura.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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