Due trasferte consecutive a Torino, due gol che pesano. Kamaldeen Sulemana ha scelto il palcoscenico più difficile per scrivere il suo biglietto da visita al calcio italiano: la doppietta ideale che lo ha trasformato in uno dei volti simbolo della nuova Atalanta di Juric. A 22 anni ha tutto: gamba, dribbling, progressione, capacità di strappare in campo aperto e di difendere con la stessa dedizione con cui attacca. Non è un caso che il tecnico croato, al termine della gara dell’Allianz, ne abbia fatto un paragone impegnativo, citando Ademola Lookman come esempio di maturità da inseguire.

Juric è stato chiaro: «Sulemana ha tutto, ma deve imparare a leggere certe scelte». La differenza tra un talento e un giocatore determinante non sta solo nella capacità di segnare o saltare l’uomo, ma nel saper decidere l’attimo giusto per servire un compagno, per allargare il gioco o per essere lucido sotto porta. Lookman è diventato devastante proprio quando ha compreso che il calcio non è fatto soltanto di lampi individuali, ma di letture collettive. Sulemana, oggi, è all’inizio di quel percorso.

Il suo gol alla Juventus racconta molto di lui: anticipo, coraggio, decisione e la sfrontatezza di chi non sente il peso dell’Allianz sulle spalle. Ma lo stesso match ha mostrato anche i margini di crescita: in un paio di circostanze avrebbe potuto servire meglio i compagni, trasformando buone azioni in occasioni da gol. Sono dettagli, ma sono anche i gradini che separano un giocatore promettente da una stella affermata.

Juric ha voluto sottolineare un aspetto che non va dimenticato: al Southampton era ai margini, quasi dimenticato. A Bergamo, invece, ha trovato un contesto che lo esalta e un allenatore che crede nel suo potenziale. L’Atalanta ha costruito la propria storia recente sul rilancio di giocatori così: calciatori che altrove erano considerati di seconda fila e che qui hanno trovato la via per imporsi ad alti livelli.

Sulemana sta vivendo il suo “nuovo inizio”: due reti in due partite difficili, la fiducia di un ambiente che lo vede come un’arma in più, la consapevolezza che il futuro è nelle sue mani. Ora gli serve ciò che Lookman ha imparato col tempo proprio consacrandolo a Bergamo: la maturità di scegliere, non solo di accelerare. Perché il talento c’è, la fisicità pure. Ma per diventare decisivo in ogni partita, Sulemana dovrà unire la sua esplosività a quella calma che distingue i giocatori completi.

L’Atalanta, intanto, se lo gode. E forse, a Torino, ha visto nascere un altro protagonista del suo presente e del suo futuro.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 28 settembre 2025 alle 00:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print