All’Allianz Stadium di Torino l’Atalanta ha fermato la Juventus sull’1-1, confermando solidità difensiva e capacità di soffrire anche in inferiorità numerica. Ivan Juric, tecnico nerazzurro, ha parlato in conferenza stampa sottolineando pregi e difetti della gara, senza nascondere la soddisfazione per la crescita del gruppo e con uno sguardo già rivolto alla Champions League contro il Bruges. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Mister Juric, prevale più la soddisfazione per la prestazione o il rammarico per non aver chiuso una partita che avevate in mano fino al 75’?
«La verità sta nel mezzo. Abbiamo avuto la qualità per indirizzare la partita e potevamo raddoppiare quando avevamo il controllo, soprattutto dopo il gol. Per una ventina di minuti ho avuto la netta sensazione che fossimo padroni del campo, che la Juve non riuscisse più a farci male e che noi stessimo creando tanto. È mancata lucidità sotto porta per chiuderla. Allo stesso tempo, sono contento: restare compatti in dieci uomini contro una squadra così forte, difendendo con coraggio, è un segnale positivo. Lo spirito mi è piaciuto».
Possiamo considerare questa sfida come un primo vero esame di maturità superato dalla sua Atalanta?
«Sicuramente sì. Con una big come la Juventus il livello si alza e la squadra ha risposto bene. Ora però dobbiamo subito pensare al Bruges: è un appuntamento troppo importante, anche per quanto accaduto l’anno scorso. Già da stasera iniziamo a prepararla, perché servirà la miglior versione di noi stessi».
Un commento su Ahanor, 17 anni, protagonista di una prova di personalità sorprendente. Se l’aspettava così pronto?
«Ahanor è un ragazzo che ci ha incuriosito fin da subito. È costato tanto e sapevamo che sarebbe stato un investimento rischioso ma stimolante. All’inizio ha vissuto un mese difficile, faticava ad adattarsi al nostro modo di giocare e alle mie richieste. Poi ha reagito alla grande: lavora sodo, vuole imparare e stasera ha fatto un’altra grandissima partita. Ha tutto per crescere e diventare un giocatore importante».
L’Atalanta continua a segnare con regolarità: 10 gol in cinque giornate. Quanto la soddisfa questo dato?
«È un aspetto positivo. Creiamo molto, anche nella partita di Pisa, dove abbiamo sprecato occasioni clamorose. Siamo una squadra propositiva, che attacca con convinzione e vuole sempre cercare la porta. Dobbiamo continuare su questa strada, sperando di recuperare più giocatori possibili per avere freschezza e rotazioni: con tre gare a settimana diventa fondamentale».
Dal punto di vista dell’atteggiamento, cosa l’ha colpita di più della sua squadra stasera?
«La sensazione che mi hanno dato per lunghi tratti è stata quella di una squadra matura, solida, difficile da battere. Anche dopo l’infortunio e il rosso, abbiamo mantenuto concentrazione e compattezza. Mi è piaciuto lo spirito di tutti, anche di chi entra e dà subito contributo. Questo significa che il gruppo lavora bene anche in allenamento e che tutti sono pronti a dare una mano».
Ha accennato all’importanza di recuperare uomini: se non ci fossero stati il gol subito e l’espulsione, avrebbe già inserito qualche giocatore in più per iniziare a reinserirli?
«Esatto, l’idea era quella: iniziare a dare minuti a Lookman, a Ederson che si è allenato poco, e pian piano inserirli nelle rotazioni. Domani avremo un allenamento importante per valutare le loro condizioni. Giocare ogni tre giorni richiede di avere più soluzioni a disposizione».
Sulemana ha segnato un gran gol ma ha anche sbagliato una scelta importante in area: cosa gli manca per diventare un giocatore davvero determinante?
«Sulemana ha tutto: dribbling, corsa, fase difensiva, forza fisica. Al Southampton era poco considerato, qui invece si sta esprimendo bene. Deve crescere nella qualità delle scelte in attacco. Stasera c’è stata un’azione in cui poteva servire Pasalic e non lo ha fatto: è in quei dettagli che si misura la maturità di un giocatore. Lookman è diventato grande proprio imparando a scegliere i momenti giusti. Sulemana deve lavorare in quella direzione e può davvero diventare devastante».
Un giudizio su Bremer, che lei conosce bene: come ha visto il suo rientro e dove lo colloca nel panorama dei difensori?
«Bremer non è solo un mio ex giocatore, è anche un amico. È un ragazzo straordinario e con lui a Torino ho costruito un rapporto umano speciale. Quando sta bene fisicamente è devastante: il miglior difensore che io abbia mai allenato. E nella mia carriera ne ho avuti di buoni, ma lui è di un altro livello».
Juric lascia l’Allianz con soddisfazione e realismo: l’Atalanta è cresciuta, compatta e propositiva, ma deve imparare a chiudere partite come quella di Torino. Tra giovani che sorprendono e giocatori da recuperare, la Dea guarda con fiducia al futuro, a partire dal delicato impegno europeo contro il Bruges.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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