Quando Fabio Capello parla di tattica e gestione della gara, non è mai banale. Nello studio post-partita, il "Don" del calcio italiano ha voluto sottolineare con forza i meriti specifici di Raffaele Palladino. Lontano dalla retorica del "calcio spettacolo" fine a se stesso, Capello ha analizzato lucidamente come il tecnico viola abbia preparato la sfida contro la formazione tedesca, leggendo in anticipo le lacune difensive avversarie e sfruttandole con cinismo e preparazione. Un elogio al pragmatismo e allo studio, doti che Capello ha sempre messo al primo posto nella sua carriera vincente. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com

Mister, prima del match avevamo chiesto a Palladino il motivo di uno schieramento così offensivo, con tre attaccanti puri in campo contemporaneamente. Crede che l'abbia preparata proprio per esporre i limiti della retroguardia tedesca?
«Assolutamente sì, e la risposta l'abbiamo avuta sul campo. Si è visto chiaramente: l'idea non era casuale, ma mirata a sfruttare una certa "scarsità" difensiva, o meglio, una fragilità strutturale dei tedeschi. Una volta che la squadra è andata in vantaggio, i giocatori hanno potuto affrontare il campo con enorme libertà, arrivando davanti alla porta senza quasi nessuna difficoltà. Gli spazi si sono aperti e i tre davanti sono stati devastanti».

Quindi possiamo definirla una vittoria dell'allenatore prima ancora che dei giocatori?
«È stata una prova importante, ma soprattutto una prova "bella" dell'allenatore. Palladino ha dimostrato di aver capito perfettamente quale fosse il punto di debolezza degli avversari e ha agito di conseguenza. Vedete, troppo spesso oggi sentiamo dire: "Noi giochiamo, facciamo il nostro gioco, non ci interessa degli avversari". È un errore. Tu devi studiare chi hai di fronte, devi scovare i punti deboli per metterli in evidenza e, al contempo, devi trovare le contromisure per fermare i loro punti di forza. Palladino l'ha preparata esattamente in questa maniera: ha letto la partita prima che iniziasse. Bravo, davvero bravo».

L'analisi di Capello riporta al centro del dibattito la figura dello "stratega". In un calcio spesso ossessionato dall'identità a tutti i costi, l'approvazione dell'ex CT premia la flessibilità e l'intelligenza di Palladino, capace di modellare la sua squadra per ferire l'avversario dove fa più male.

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© foto di video.sky.it
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Sezione: Interviste / Data: Gio 27 novembre 2025 alle 00:32 / Fonte: Claudia Esposito
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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