È stata una domenica che, oltre al netto successo dell’Atalanta, ha offerto anche un piccolo pezzo di storia arbitrale. Al 26’ della ripresa, richiamato dal VAR Guida, l’arbitro Colombo ha rivisto al monitor l’intervento di Kossounou su Coco e ha assegnato il rigore al Torino. Poi, microfono aperto, ha spiegato la decisione allo stadio: «Il numero 3 dell’Atalanta commette un fallo imprudente. Calcio di rigore». Poche parole, chiare ed efficaci. Nessuna protesta, solo un grande passo avanti nella trasparenza del gioco.

LE SCELTE DI JURIC – Rispetto alla serata amara di Parigi - analizza Il Corriere di Bergamo -, Juric ha cambiato assetto e uomini. Dal 3-4-1-2 al 3-4-2-1, con cinque novità: Zappacosta e Zalewski sugli esterni, Samardzic e Sulemana alle spalle di Krstovic, con Pasalic arretrato in mezzo e Musah in panchina. Un turnover ragionato, che ha premiato. E soprattutto ha rivelato le gerarchie dell’allenatore: Bellanova resta il titolare a destra, con Zappacosta come alternativa; a sinistra Zalewski davanti a Bernasconi. In trequarti Samardzic è il vice De Ketelaere, mentre Maldini e Sulemana si giocano la corsia mancina, in attesa che Lookman torni protagonista.

LOOKMAN, SOLO 7 MINUTI – Ed è proprio il nigeriano a restare un tema caldo. Tornato dopo mesi tormentati, Juric lo ha mandato in campo solo al 42’ del secondo tempo. Scelta prudente, ma che lascia qualche dubbio: in una gara già chiusa, forse qualche minuto in più avrebbe giovato alla sua condizione. Per ora il reintegro resta un segnale, ma la vera risposta arriverà sabato contro la Juventus.

ZAPATA, L’APPLAUSO AMARO – All’Olimpico Grande Torino il boato più grande lo ha accolto lui, Duvan Zapata, tornato nella “sua” casa. I tifosi granata lo hanno applaudito come un eroe, ma il campo ha restituito un’immagine diversa: un gigante ancora appesantito da un anno di stop. La tecnica non si discute, ma il fisico oggi non regge il ritmo della Serie A. Serviranno tempo, chili persi e minuti nelle gambe per rivedere il vero Duvan.

AHANOR, UNA PERLA DA COLTIVARE – Se il pubblico ha riservato affetto al passato, il futuro si è materializzato nella sorpresa di giornata: Honest Ahanor. Classe 2008, entrato senza esitazioni, ha mostrato personalità da veterano: chiede palla, anticipa Aboukhlal, nega il tiro ad Adams. In sette minuti ha lasciato un’impronta che non passa inosservata. Juric e la società lo sanno: va protetto e valorizzato, perché il talento è cristallino.

La vittoria di Torino non è solo un 3-0. È un manifesto di crescita: i gol di Krstovic e Sulemana, le certezze di un Carnesecchi monumentale, la trasparenza arbitrale e l’esordio convincente di Ahanor. L’Atalanta riparte da qui, tra presente e futuro, con uno sguardo già rivolto al big match con la Juventus.

© foto di TuttoAtalanta.com
Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mar 23 settembre 2025 alle 09:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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