Il Coronavirus ha colpito tante categorie di lavoratori e tra questi ci sono anche gli steward, ossia le persone addette alla sicurezza negli eventi pubblici come una partita di calcio. Siamo abituati a vederli, casacca indosso e occhi vigili, anche allo stadio San Paolo, adesso li leggiamo tramite un comunicato di protesta: "Tra i diversi gruppi degli inesistenti, dei fantasmi, ci siamo anche noi Stewards e Addetti ai servizi di controllo. Siamo un nutrito gruppo di Stewards e addetti ai servizi di controllo, gestiamo la sicurezza di attività ed eventi di spettacolo ed intrattenimenti, a tutela di beni e persone, sia in contesti pubblici che privati; gestiamo l’accesso ed il controllo in tutti gli stadi d’Italia, gestiamo il prefiltraggio e il presidio dei varchi di accesso, filtraggio e accoglienza dello spettatore, servizi specifici per prevenire “attività illecite”.
NOI NON ESISTIAMO eppure senza di noi nessun evento di qualsiasi tipo e in qualunque tipo di struttura può avere luogo. Non siamo persone qualunque. Abbiamo fatto corsi di base, ci aggiorniamo periodicamente. Nel nostro lavoro non esistono giorni di festa...anzi lavoriamo e lavoriamo che ci sia il sole, pioggia o neve. Non abbiamo orari eppure NOI NON ESISTIAMO.
Con questa pandemia e l’emergenza che si è venuta a creare noi siamo stati i primi ovviamente a fermarci e probabilmente anche gli ultimi a riprendere.
Ad oggi nessuno ci ha preso in considerazione non abbiamo avuto nessun tipo di sussidio o cassa integrazione da parte del governo. Dietro di noi ci sono anche famiglie che sono cadute in difficoltà. Ci sono colleghi che fanno questo lavoro per arrotondare uno stipendio, chi lo fa per passione o chi ci vive con questo lavoro, perché è proprio questo il punto. E’ un lavoro a tutti gli effetti fatto di impegno fisico ma soprattutto psicologico, siamo sottoposti a stress. Ci rechiamo agli eventi molte ore prima, anche in trasferta, per preparare riunioni obiettivi, ascoltare le regole del gestore o di cosa necessita il cliente per preparaci al meglio e siamo gli ultimi a lasciare la struttura dopo esserci assicurati che tutti i fruitori dell’evento abbiano lasciato il luogo o la struttura stessa in tutta sicurezza ma NOI NON ESISTIAMO.
Vi assicuriamo che non è facile avere a che fare col tifoso sfegatato, col fan più accanito, con le famiglie che portano i figli allo stadio o chi viene a godersi uno show, ci sono tanti controlli da fare, c’è chi non vuole farlo, chi vuole accedere in maniera non corretta e lasciarsi andare ai litigi e alle offese sarebbe facile ma noi siamo istruiti anche a questo, ad agire con educazione e sorriso, a lasciar correre offese a volte molto gravi ma dobbiamo garantire lo scorrere dell’evento in maniera pacifica e piacevole per chiunque sia lì a godersi la festa ma NOI NON ESISTIAMO.
Il nostro obiettivo è quello di far sentire la nostra voce, di trovare un riconoscimento alla nostra professionalità e al nostro mestiere perché noi siamo a casa da 3 mesi e forse torneremo a lavorare tra 4, se la pandemia dovesse rientrare altrimenti ne passeranno altri, sempre senza sussidi... NOI NON ESISTIAMO.
Chiediamo a gran voce che qualcuno ci ascolti che ci aiuti a trovare una strada per trovare il posto che ci spetta, chiediamo a qualunque organo Televisivo, radiofonico e giornalistico di darci voce, chiediamo ai Ministri, ai Partiti, al Governo di ascoltarci e sostenerci come è stato fatto per tutte le altre categorie. Dateci voce perché domani possiamo dire NOI ESISTIAMO!!!
Addetti alla Sicurezza Uniti – Noi Esistiamo".
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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