Avv. Cesare Di Cintio in Lega per il Novara: "Vi racconto i Presidenti"

Che Cesare Di Cintio, il nostro avvocato, sarebbe arrivato in Serie A, ne siamo stati convinti appena l'abbiamo conosciuto. Estate 2009, Cesare nella nostra redazione, grande professionalità, ma anche classe da vendere. E un'idea ambiziosa: mettere le sue straordinarie competenze legislative al servizio di un mondo, quello del calcio, che spesso è senza regole. Nel progetto di Cesare il nostro giornale aveva (ed ha tutt'ora) un ruolo chiave: fare da tramite tra l'uomo di legge e i dirigenti sportivi, attraverso alcuni articoli, fin da subito amatissimi dai lettori.
Dal nostro primo incontro con Cesare sono passati ormai tre anni. Noi e lui siamo cresciuti insieme: Bergamo & Sport è diventato un punto di riferimento per tutti i calciatori bergamaschi, Di Cintio è da qualche mese l'avvocato del Novara, uno dei venti club che, ogni domenica, si affrontano nel massimo campionato italiano. Dal pallone di provincia alla Lega Calcio, a confrontarsi con Galliani, De Laurentiis e Cellino sui diritti televisivi. Con il sorriso di sempre, l'identica umiltà, la stessa eleganza.

Allora, Cesare, com'è trovarsi al tavolo con Galliani e Zamparini?
«E' un'esperienza bellissima e un sogno che si realizza. Vado in Lega a rappresentare il Novara due volte al mese, ormai conosco tutti i presidenti abbastanza bene. Sono proprio come li vediamo in televisione. Zamparini è un focoso, Lotito un abilissimo politico, Cellino una persona diretta, che non si fa nessuno scrupolo a dire sempre quello che pensa, De Laurentiis è geniale».

E Adriano Galliani?
«Un grandissimo dirigente di calcio. E' preparatissimo, conosce a menadito ogni virgola governativa». 

Come sei approdato al Novara?
«Il merito è anche di Bergamo & Sport. Mi spiego, l'anno scorso io, il vostro giornale sportivo e la QCom abbiamo organizzato a Treviglio una serie di incontri con i dirigenti del calcio. I temi erano quelli che tratto settimanalmente con i miei articoli: le sponsorizzazioni, le leggi che regolamentano il mondo del calcio, gli aspetti fiscali, quelli assicurativi, i ruoli all'interno di un club. A uno di questi convegni era presente un dirigente del Novara, che aveva saputo dell'appuntamento leggendo Bergamo & Sport. Ci siamo conosciuti e ci siamo piaciuti».

Da lì si arriva al convegno di Verano Brianza.
«Dove gli incontri si tenevano nelle aule del policlinico di Monza, di proprietà dei De Salvo che sono anche la famiglia a capo del Novara».

Arriviamo a maggio 2011. 
«Quando il Novara inizia ad affidarmi alcuni lavori, come collaboratore esterno. La società mi piace tantissimo. Il gruppo dirigente, capitanato dall'amministratore delegato Massimo De Salvo, è giovane, ma con le idee chiare e dalla grande professionalità. Vengo rapito dal club piemontese, il legame si fa sempre più forte ed entro nella società, appunto come avvocato, firmando un contratto triennale. Ora lavoro a stretto contatto con De Salvo, con il responsabile degli affari generali Faccioli e con il direttore sportivo Giarretta. Ed è un piacere perché si lavora sempre in equipe, con un fortissimo rispetto dei ruoli».

L'agenda di Cesare Di Cintio.
«E' diventata fittissima. Prendo, ad esempio, questa settimana: lunedì ero in Lega a Milano, martedì e mercoledì a Novara, giovedì nello studio di Bergamo, venerdì ancora in Lega, ieri all'Olimpico di Roma per la sfida tra noi e i giallorossi. E oggi si riparte».

Quali sono gli ambiti in cui è impegnato l'avvocato di una società di Serie A?
«Sono parecchi. Oltre a rappresentare il Novara in Lega, ci sono tutti gli aspetti legali. Uno di questi, ad esempio, riguarda i contratti dei calciatori. Una volta che la proprietà decide di tesserare un giocatore e si accorda sullo stipendio, entro in scena io. Che devo tutelare gli interessi del club, servendomi delle leggi che ci sono in materia».

Torniamo al calcio giocato. Il Novara e la tua Atalanta lottano per restare in Serie A. Com'è cambiato il tuo rapporto con i nerazzurri? 
«Vado a vedere il Novara ogni domenica. E devo dire che la partita contro i bergamaschi l'ho vissuta in modo strano. Con quella sensazione che hanno le persone quando, una volta sposati, incontrano per caso il loro primo amore, vissuto tanti anni prima. Ti vengono alla memoria tantissimi ricordi, ma passano dopo un attimo. Perché il mio cuore, ora, batte per il Novara».

Tema Atalanta. Tu in Lega con il direttore tecnico Marino. Che tipo è? 
«Piacevolissimo: grande professionalità unità a un'umanità non comune. Studio come si muove perché ha un sacco di esperienza. E tra noi c'è una forte simpatia perché sono bergamasco. Poi tra Atalanta e Novara i rapporti sono ottimi, anche perché il club piemontese guarda a quello bergamasco come un esempio da seguire». 

Da ragazzo eri un ottimo arbitro (Cesare ha diretto gare anche in Serie C ed era una giacchetta nera all'inglese, che lasciava molto giocare). Quanto conta la tua esperienza sul campo ora che sei dirigente?
«Poco o nulla, perché i ruoli sono diversissimi. Credo che in questa avventura influisca, invece, la passione per il calcio che ho sempre avuto, fin da piccolo. L'amore per il pallone è di famiglia, mio padre è tifosissimo della Roma». 

A Novara in questa stagione è passato, seppur per un breve periodo, un certo Mondonico. 
«A Emiliano dobbiamo dire un grande grazie. Ha dato una forte scossa alla prima squadra che, anche grazie a lui, adesso è tornata a correre».

Basterà per restare in Serie A?
«Noi lo speriamo e il distacco con la quart'ultima non è abissale. Sapevamo che sarebbe stato un anno difficile, stiamo lottando. Non dovesse arrivare la salvezza, non sarà comunque un dramma. Il Novara è una società seria che fa programmi a lunga scadenza. A riprova i forti investimenti fatti dall'amministratore delegato De Salvo sul settore giovanile. A Monticello con Granozzo, la nostra Zingonia, ci sono otto campi di calcio, un ristorante, due alberghi, un palazzetto dello sport, un centro benessere. Il Novara vuole crescere. Le idee e l'entusiasmo ci sono. Accanto a questo, mi ripeto, c'è una dirigenza giovane, preparata, ma anche paziente».

Sei ai vertici del calcio italiano ovviamente per le tue capacità. C'è, però, qualcuno che vuoi ringraziare? 
«Bergamo & Sport per avermi dato la possibilità di spiegare con tanti articoli la mia visione del calcio. Poi il mondo dei dilettanti nella Bergamasca. In questo senso non posso non citare Giacomo Buizza e Lucio Seghezzi. Il primo, tempo fa, mi ha suggerito quale strada intraprendere, a distanza di anni posso dire che ha avuto ragione. Il secondo mi ha sempre sostenuto».

Il sogno.
«Restare in questo ambiente, a Novara, in una società fantastica».

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