Ci sono uomini che la vita plasma con un materiale diverso, più resistente e tenace. Sead Kolasinac appartiene a questa categoria: un gigante che ha sempre reagito ad ogni colpo, fisico e non, con l’energia testarda di chi non conosce altra strada se non quella di rialzarsi e riprendere il cammino. Anche oggi, di fronte a un ginocchio che cede, a un crociato che salta, la sensazione è una sola: presto lo rivedremo più forte di prima.
L'UOMO CHE NON TREMA MAI
È una metafora vivente del calcio moderno, Kolasinac. Impeto fisico, spirito operaio, sguardo tagliente e un cuore che lo rende immediatamente leader naturale. Jens Keller, ai tempi dello Schalke, non usò mezzi termini per descriverlo: «È come un albero. Prende un colpo, lo assorbe e continua a giocare come se niente fosse». Bergamo lo ha amato subito, riconoscendone i valori e i tratti: forza, sacrificio, dedizione e lealtà, incarnati perfettamente in un viso duro e in quel fisico da carro armato, ma addolciti da una gentilezza quasi sorprendente fuori dal campo.
IL FILO CHE LEGA KARLSRUHE A BERGAMO
Dietro quella corazza da combattente - lo descrive L'Eco di Bergamo -, c’è una storia che spiega molte cose. Una famiglia che conosce il significato della fatica e della lotta, un padre, Faik, operaio emigrato in Germania, a Karlsruhe, un uomo che ha saputo insegnargli il valore della resistenza alle difficoltà. Dalla Foresta Nera, in cui è cresciuto, Sead ha portato con sé le radici di un calcio fatto di tenacia: dall’Hoffenheim allo Schalke, dall’Arsenal al Marsiglia, per arrivare fino a Bergamo, dove è diventato simbolo di una squadra e di una città intera.
UN DESTINO DI LOTTA E RISALITA
Questo nuovo stop è una pagina dura, difficile da digerire, ma già vista nella carriera di Kolasinac. Per lui il crociato non è una prima volta, eppure la sensazione è che neppure questa sarà l'ultima occasione per dimostrare chi è davvero. In passato si è rialzato dopo mesi interminabili di stop allo Schalke e all’Arsenal, e Bergamo può aspettarsi lo stesso copione, la stessa determinazione nel recuperare e tornare in campo.
Quello che oggi sembra un finale doloroso, sarà solo un altro inizio. Un guerriero come Sead Kolasinac non si arrende mai, conosce soltanto un verbo: combattere. E sarà proprio con questa mentalità che, tra qualche mese, lo rivedremo correre, lottare, e magari, perché no, fare un altro assist di tacco che sembra in contrasto con i muscoli e invece è perfettamente in sintonia con il talento nascosto dietro l’armatura.
D'altronde, come puoi fermare chi dalla vita ha imparato solo a rialzarsi?
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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