Inter arrembante, Carnesecchi monumentale e il Var salvano la Dea: 0-0 all'intervallo

Termina a reti bianche una prima frazione ad altissima intensità alla New Balance Arena, dove l'equilibrio nel punteggio nasconde in realtà quarantacinque minuti di grande sofferenza per l'Atalanta e di forti rimpianti per l'Inter. La squadra di Palladino rientra negli spogliatoi aggrappata allo 0-0 grazie soprattutto ai riflessi del suo portiere e all'intervento della tecnologia, che ha strozzato in gola l'urlo di gioia di Marcus Thuram.

IL MURO DI CARNESECCHI - L'approccio alla gara è tattico, ma dopo i primi venti minuti di studio, l'Inter sale in cattedra e inizia a martellare. La squadra di Chivu trova varchi centrali e sulle fasce, costringendo Marco Carnesecchi agli straordinari. Il portiere nerazzurro si scalda prima sul diagonale dell'ex Luis Henrique e sulla botta di Thuram, ma compie il vero miracolo al 27': Lautaro Martinez, liberatosi di De Roon, si presenta a tu per tu con l'estremo difensore atalantino, che resta in piedi fino all'ultimo e ipnotizza il "Toro", salvando un gol che sembrava fatto.

BRIVIDO VAR - L'Inter preme e al 35' sembra trovare il meritato vantaggio: un'azione corale splendida, avviata da un anticipo di Akanji e rifinita da Zielinski e Lautaro, libera Thuram che incrocia il destro vincente. La festa nerazzurra (sponda Milano) dura però meno di due minuti: il VAR richiama l'attenzione dell'arbitro La Penna per una posizione di fuorigioco di partenza di Lautaro Martinez. Gol annullato e sospiro di sollievo per i 23.243 del Comunale.

DEA IN AFFANNO, MA VIVA - L'Atalanta fatica a costruire con la solita fluidità, schiacciata dal pressing ospite e costretta spesso al fallo tattico (ammonito Kolasinac al 18'). Tuttavia, la squadra di Palladino sa soffrire e nel finale prova a pungere: serve una chiusura provvidenziale di Akanji per negare l'inserimento a Pasalic, mentre al 41' Scamacca manca per un soffio l'appuntamento con il gol su un cross velenoso di Zalewski.

Tutto ancora aperto per la ripresa, ma Palladino dovrà necessariamente toccare le corde giuste per alzare il baricentro della sua squadra.