Dal gol liberatorio del "Maradona" alla notte di gala di Francoforte, il passo è breve ma denso di significati. Gianluca Scamacca si è ripreso l'Atalanta e non ha intenzione di lasciarla più. Seduto accanto a mister Palladino nella sala stampa del Deutsche Bank Park, il numero 9 nerazzurro ha il volto disteso di chi ha attraversato la tempesta – un infortunio lungo e doloroso – e ora vede finalmente l'orizzonte sereno. La rete di sabato è stata la scintilla, ma il fuoco vero Scamacca vuole accenderlo in Europa, in quella competizione che sente di dover azzannare per recuperare il tempo perduto. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com dalla ripresa di Bergamonews.it 

IL SOGNO EUROPEO E LA BATTAGLIA - L'emozione è palpabile, ma lascia subito spazio alla determinazione. «Rincorro questa Champions da due anni ed è bellissimo poterci essere», ammette il centravanti. Ma non sarà una passerella: l'Eintracht è avversario ostico e Scamacca lo sa bene. «Sarà una partita intensa e difficile, ma sappiamo cosa fare. Faremo di tutto per vincere». Nessun calcolo, nessuna preferenza tra campionato e coppa: «Nessuno entra in campo pensando che una competizione pesi più dell'altra, diamo il 100% ovunque. I dati in Serie A sono diversi, è vero, ma lavoriamo per invertire la rotta».

IL CALVARIO E LA LEZIONE DI VITA - Il passaggio più toccante arriva quando si riavvolge il nastro dei mesi scorsi. Scamacca apre il cuore senza filtri: «Non avevo mai vissuto un'esperienza del genere. La cosa che ha fatto più male è stata stare lontano dalla squadra, non poter viaggiare con loro». Un isolamento forzato che però lo ha forgiato nel carattere: «Mentalmente sono rimasto carico, avevo l'obiettivo fisso di essere qui oggi. È stata una lezione di vita, un periodo tosto che mi è servito molto per capire che i momenti difficili si superano lavorando ancora di più».

L'ENDORSEMENT DI PALLADINO E IL FEELING - Un rapporto, quello con il tecnico, che si cementa giorno dopo giorno. Tanto che Palladino interrompe la conferenza per un attestato di stima pubblica che vale più di mille allenamenti: «L'ho voluto io qui fianco a me perché ha sofferto tanto. A Napoli mi è piaciuto il suo spirito, credo molto in lui così come in tutti i nostri attaccanti». Una fiducia cieca ricambiata da Scamacca: «Il mister ci ha portato positività e idee chiare e decise fin dal primo giorno. Questa è stata la svolta».

LA FORMA E L'UNIONE DEL GRUPPO - Ora serve continuità, quella che si trova solo mettendo minuti nelle gambe. «Fortunatamente abbiamo tante partite per ritrovare la condizione migliore», spiega Gianluca. Ma il singolo conta poco senza il collettivo, e la trasferta di Napoli ha dato risposte importanti sotto questo aspetto: «Al di là del mio gol, ho rivisto una squadra unita che gioca insieme. Questa è la cosa più importante, va oltre chi scende in campo. A Napoli sono entrato carico, ma ho visto lo spirito giusto in tutti».

Il gigante è tornato. Con la testa libera ("Col tempo starò sempre meglio") e la fame di chi deve recuperare il tempo perduto, Scamacca si candida a trascinatore nella notte tedesca. L'Atalanta ha ritrovato il suo faro offensivo.

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Sezione: Primo Piano / Data: Mar 25 novembre 2025 alle 19:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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