La Serie A iniziata con tredici nuovi allenatori su venti dopo quattro giornate ha iniziato a fornire le sue prime indicazioni, pur senza maturare decisioni già drastiche. Un anno fa, di questi tempi, il numero uno dell'Empoli Fabrizio Corsi aveva già deciso di esonerare Paolo Zanetti per far spazio al ritorno (poco fortunato) di Aurelio Andreazzoli. Non sarà così questa volta, anche se il primo giro di partite dopo la sosta ha cominciato a insinuare qualche serio dubbio su quelle che sono state le scelte estive.
Di Francesco deve svoltare. Fonseca, una rondine non fa Primavera
C'è ancora tempo per rimediare, certo, ma a Venezia Eusebio Di Francesco dovrà presto dare delle risposte se non vorrà sciupare l'occasione che la società lagunare gli ha offerto dopo la retrocessione col Frosinone. L'ultima partita persa a San Siro è stata sconfortante: non perché il Venezia non potesse perdere in casa del Milan, ma per come è arrivata la sconfitta. Alla mezz'ora la gara era già finita, al 29esimo direttamente dal dischetto Tammy Abraham stava realizzando la rete del definitivo 4-0.
Di Francesco dopo la gara di San Siro ha incassato la fiducia della sua società. Bell'attestato di stima, ma il tecnico pescarese sa che già col Genoa dovrà cambiare registro. Un po' come ha fatto Paulo Fonseca dopo Lazio-Milan 2-2. All'indomani del pareggio maturato all'Olimpico la società s'è compattata al suo fianco ribadendo piena fiducia nei confronti del manager portoghese. Nello spogliatoio, a microfoni accesi.
La prima risposta alla ripresa è stata confortante ma saranno necessarie delle conferme più probanti e attendibili per affermare con certezza che sì, Fonseca è l'allenatore giusto per questo Milan. In tal senso le prossime due gare ci forniranno indicazioni più chiare: se uscirà bene dalle sfide contro Liverpool e Inter l'ex Lille potrà proseguire con tranquillità il cammino appena intrapreso. Se ne uscirà acciaccato, le polemiche per la scelta operata in estate da Cardinale e dai suoi dirigenti saranno ancora più aride e accese.
Dubbi tra Bologna e Firenze
Dopo quattro partite di campionato sono ancora alla ricerca del primo successo in campionato il Bologna di Vincenzo Italiano e la Fiorentina di Raffaele Palladino. La squadra emiliana che domani farà il suo esordio in Champions League contro lo Shakhtar Donetsk ha subito la decisione di Thiago Motta di salutare dopo uno storico quarto posto e ha scelto Vincenzo Italiano per guidare il Bologna nella stagione più bella e complicata.
La partenza però è stata di quelle deludenti, lontano da aspettative più entusiasmanti. Certo, Italiano avrà ancora tempo per instillare le sue idee nel gruppo rossoblù e non mancano le attenuanti dopo gli addii dei due giocatori più importanti dello scorso campionato. Non siamo quindi all'aut-aut ma, specificato ciò, dopo quattro giornate la classifica dice tre punti: il pareggio all'esordio contro l'Udinese la miglior prestazione, poi tre partite che hanno portato in consegna due punti e ancora tanti, troppi punti interrogativi.
Convince poco fino a questo momento anche Raffaele Palladino nella sua nuova avventura fiorentina. Il mercato importante operato dalla dirigenza in estate non sta viaggiando di pari passo col rendimento sul campo: il passaggio alla difesa a tre ha fino a questo momento creato più confusione che risorse.
Ai box ci sono otto Scudetti. E non solo...
Come detto c'è ancora tempo per rimediare. Ma è anche vero che, mai come quest'anno, sono rimasti ai box allenatori molto ingombranti che in Serie A in molti casi hanno già vinto. Max Allegri, cinque Scudetti con la Juve e uno col Milan, trattando col Benfica dopo l'esonero di Schmidt ha dimostrato di esser pronto a tornare subito in corsa. C'è chi ha sperato nel suo ritorno in rossonero dopo l'inizio deficitario di Fonseca: per ora nessun contatto ufficioso né ufficiale, però il suo nome è lì. Aleggia nell'ombra.
Mercoledì scorso Maurizio Sarri s'è detto pronto a tornare in sella già prima di gennaio e lo stesso discorso vale per chi l'ha succeduto sulla panchina della Lazio, ovvero Igor Tudor. Ivan Juric nell'ultimo fine settimana è stato avvistato un po' su tutti i campi di Serie A: ha seguito Como-Bologna e Milan-Venezia, poi Atalanta-Fiorentina e anche Parma-Udinese.
C'è infine Stefano Pioli. Cercato in Arabia Saudita prima dall'Al-Ittihad e poi dall'Al-Nassr, il manager emiliano preferirebbe restare in Italia. Dopo Genoa-Roma 1-1 il suo nome è già stato accostato alla panchina giallorossa: non un'ipotesi così peregrina, anche se De Rossi - nonostante il deludente avvio - gode ancora di un credito importante.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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