Parlare dell'universo Red Bull e dell'Italia è una pratica complessa. Perché serve analizzare a fondo la filosofia del progetto calcistico dei bibitari, i territori dove ha funzionato (e dove no), i rischi che si è potuto prendere il gruppo austriaco in relazione alla pressione e alle piazze scelte. In questo bisogna anche commisurare le leggi stringenti del calcio italiano sugli extracomunitari, freno che bloccherebbe gran parte delle operazioni che in Austria e in Germania la RB è invece più libera di fare. L'azienda che fattura 10.5 miliardi l'anno è una delle leader nello sport a livello globale ma il calcio è una bestia particolare da maneggiare e l'Italia è un terreno delicato, complicato. Partiamo da questo antefatto per porci una domanda, alla quale proveremo a dare delle risposte. Il Toro granata del Torino di Urbano Cairo, può diventare un Red Bull?
Lo scouting estremo e le norme italiane
Le intuizioni iniziano quando Ralf Rangnick va a prendere Naby Keita dall'Istres e Sadio Mané dal Metz. I primi erano stati abilissimi a pescarlo dalla 'fonte primaria', i secondi addirittura nel crescerlo nel Generation Foot. Così la Red Bull inizia a fare scouting in due territori non battuti come Zambia e Mali, su due club e scuole calcio interessanti, a Yeelen e Bamako. Al JMG Bamako, per esempio, hanno preso Diadie Samassekou e Amadou Haidara, un club che ha sformato talenti come Cheick Doucouré e Yves Bissouma. La strategia è ancor più ampia: Liefering, club sempre della galassia dei bibitari in seconda serie austriaca, come primo step per il primo contratto, per imparare le basi della filosofia tattica e poi a Salisburgo, poi chissà. Un altro paese, ancor meno battuto nelle latitudini del mercato, è lo Zambia. Al Kafue Celtic, nel 2017, proprio durante la COSAFA Cup, gli austriaci hanno preso Enock Mwepu, mediano considerato già pronto per la Premier League, e Patson Daka, che ha preso poi l'eredità di Erling Haaland. Palestra su palestra, alcuni di questi volano poi a Lipsia. tutti giocatori che al Torino non potrebbero arrivare a causa delle normative italiane sugli extracomunitari (la piazza accetterebbe di buon grado di utilizzare uno o due slot, gli unici disponibili, per dei diciottenni dallo Zambia)?
Le cessioni da record del Salisburgo
Una tifoseria italiana accetterebbe di veder partire ogni anno i suoi giocatori migliori? In Austria, come detto, il Salisburgo ha un budget oltre che triplo rispetto alle altre e a Lipsia è il terzo della Bundesliga. Per essere il terzo della Serie A, dovrebbe nettamente superare gli investimenti in Bundesliga ma converrebbe davvero a Red Bull? Per fare un esempio di cosa dovrebbero 'sopportare' i tifosi di un club italiano, ecco le 15 più remunerative cessioni del Salisburgo.
36 milioni - Dominik Szoboszlai, RB Lipsia
33 milioni - Brenden Aaronson, Leeds
30 milioni - Karim Adeyemi, Borussia Dortmund
30 milioni - Naby Keita, RB Lipsia
30 milioni - Patson Daka, Leicester
24 milioni - Benjamin Sesko, RB Lipsia
23 milioni - Sadio Mané, Southampton
23 milioni - Enock Mwepu, Brighton
20 milioni - Nicolas Seiwald, RB Lipsia
20 milioni - Erling Haaland, Borussia Dortmund
19 milioni - Amadou Haidara, RB Lipsia
19 milioni - Duje Caleta-Car, O.Marsiglia
18 milioni - Dayot Upamecano, RB Lipsia
18 milioni - Strahinja Pavlovic, Milan
17 milioni - Munas Dabbur, Siviglia
L'esempio di Haaland
Il miglior centravanti del Mondo, oggi, a diciotto anni gioca nel Molde. 20 reti in 50 presenze in due stagioni, media pazzesca ma fisico ancora da strutturare e stile ancora grezzo rispetto al giocatore che è oggi. Lo prende il Salisburgo e il ds Christoph Freund dice "abbiamo preso uno dei migliori giocatori giovani in Europa, e ha scelto noi rispetto a tante altre società importanti in Europa". Nella stessa estate, prende pure un giovanissimo sedicenne Karim Adeyemi dall'Unterhaching, Jerome Onguene dallo Stoccarda e Antoine Bernede dal PSG, oltre agli affari incrociati con le squadre dell'universo Red Bull che porteranno nella squadra austriaca più importante anche Enock Mwepu dal Liefering. La clausola da 20 milioni la paga poi il Borussia Dortmund ma la Red Bull aveva investito ben 8 milioni di euro per prenderlo dal Molde, una cifra importante credendo nelle proprie idee. Con lui è andata straordinariamente bene, la Juventus non lo acquistò perché "avrebbe giocato nell'Under 23", come disse il suo agente, ai tempi, Mino Raiola. Vero. E in un club con rinnovate ambizioni europee giocherebbe subito titolare un ventenne preso dalla Norvegia (al netto di Haaland, perché non ne nascono ogni mese...)?
Pro e contro
Se parliamo nello specifico, le parole di Urbano Cairo, presidente del Torino, non spalancano ma aprono per la prima volta a una cessione del club. Alla fine di un ciclo. "Non voglio rimanere a vita al Torino e ci sta passare la mano a un certo punto. Ma vorrei che nel momento in cui decidessi di vendere ci fosse uno più ricco di me, allora mi farò da parte. Su questo non c'è dubbio, io non voglio restare a tutti i costi. Quando arriverà uno che è più ricco e più bravo io mi faccio da parte. Io mica voglio rimanere a tutti i costi al Toro, i ventenni finiscono", ha detto Cairo. Da qui a definire una trattativa con il colosso dell'energy drink ce ne corre, a spiegare che è fatta e finita. Il sillogismo Toro-Bull sembra sin troppo logico, ma non c'è solo questo. Torino e il Torino sono piazze ben più che appetibili ma certamente non a basso costo, legittimamente. E non ci sarebbero solo i bibitari ma anche fondi statunitensi e arabi che avrebbero chiesto informazioni. Ma al netto di questo, continuiamo ad analizzare l'eventuale sbarco del modello Red Bull in Italia. Funzionerebbe? Difficile dare una risposta positiva. Perché richiede presupposti che alle nostre latitudini non esistono. Pazienza, accettazione di scommesse perse, rischi estremi. E poi ci sono dei paletti capestro, come le normative sugli extracomunitari, che certamente limiterebbero la filosofia del progetto RB. Chiaro: ha anche enormi aspetti positivi, sulle casse dei club, sulla soddisfazione di arrivare a giocatori che diventano poi star assolute del calcio internazionale. Ma anche in questo caso, occhio, nessuno di questi (o quasi) ha messo radici perché i club Red Bull sono stati poi trampolini per spiccare il volo e vincere, altrove. Qui in calce vi lasciamo la Top 20 degli affari della storia del progetto del colosso austriaco secondo TMW. Roba da stropicciarsi gli occhi, già. Ma in Italia potrebbe davvero funzionare?
1) Erling Haaland dal Molde al Salisburgo (8 milioni di euro)
2) Dominik Szoboszlai dal Videoton al Salisburgo (500mila euro)
3) Benjamin Sesko dal Domzale al Salisburgo (2,5 milioni)
4) Sadio Mané dal Metz al Salisburgo (4 milioni)
5) Josko Gvardiol dalla Dinamo Zagabria al Lipsia (36,8 milioni)
6) Dayot Upamecano dal Valenciennes al Salisburgo (2,2 milioni di euro)
7) Timo Werner dallo Stoccarda al Lipsia (14 milioni di euro)
8) Naby Keita dall'Istres al Salisburgo (1,5 milioni di euro))
9) Joshua Kimmich dallo Stoccarda al Lipsia (500mila euro)
10) Christopher Nkunku dal PSG al Lipsia (19,5 milioni di euro)
11) Marcel Sabitzer dal Rapid Vienna al Lipsia (2 milioni di euro)
12) Lukas Klostermann dal Bochum al Lipsia (1 milione di euro)
13) Yussuf Poulsen dal Lyngby al Lipsia (1,5 milioni di euro)
14) Peter Gulacsi dal Liverpool al Salisburgo (gratuito)
15) Takumi Minamino dal Cerezo Ozaka al Salisburgo (800mila euro)
16) Stefan Lainer dall'SV Ried al Salisburgo (200mila euro)
17) Amadou Haidara dal Bamako al Liefering (800mila euro)
18) Karim Adeyemi dall'Unterachting al Salisburgo (3,3 milioni)
19) Lazar Samardzic dall'Herta Berlino al Lipsia (500mila euro)
20) Ibrahima Konate dal Sochaux al Lipsia (gratuito)
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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