È uno scandalo che scuote profondamente il mondo arbitrale e il calcio giovanile italiano. Nell’ambito dell’operazione “Penalty”, la Procura di Reggio Calabria ha disposto gli arresti domiciliari per cinque persone con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.
Tra queste c’è Luigi Catanoso, arbitro della sezione di Reggio Calabria, attivo tra Primavera e Serie C, accusato di aver truccato diverse partite dietro compensi fino a 10mila euro, con l’obiettivo di favorire scommesse clandestine.

COME AGIVA – Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e scrive stamane La Gazzetta dello Sport, Catanoso avrebbe creato una rete di contatti tra arbitri e intermediari, promettendo vantaggi economici in cambio di decisioni “indirizzate” durante le gare: un rigore, un’ammonizione dubbia, un gol favorito. Gli episodi accertati riguardano soprattutto i tornei Primavera 1 e 2, ma il procuratore Giuseppe Borrelli ha rivelato che l’arbitro stava già pianificando di espandere il sistema anche ai campionati professionistici.
A finanziare il meccanismo sarebbero stati Giampiero e Tommaso Reale, titolari di un’agenzia di scommesse a Sesto Fiorentino, insieme ai calabresi Giancarlo Leone Fiumanò e Lorenzo Santoro, tutti finiti ai domiciliari.

L’INCHIESTA – Tutto è partito da un’anomalia segnalata dall’Agenzia dei Monopoli per flussi sospetti di scommesse sulla partita Benevento-Cesena (Primavera 2), arbitrata proprio da Catanoso. La Procura FIGC, dopo aver ricevuto il report, ha informato quella di Benevento, che ha poi trasmesso gli atti ai magistrati calabresi. Secondo gli inquirenti, su quella gara furono giocate 41mila euro, di cui 219 scommesse su 288 a favore della vittoria del Benevento, quasi tutte provenienti da comuni calabresi. Le giocate, in parte, sarebbero transitate anche su piattaforme estere non autorizzate.

IL CORAGGIO DI MILONE – Ma questa storia, come ha ricordato la Procura, ha anche un volto di onestà. Il 17 agosto 2024, l’arbitro Stefano Milone (sezione di Taurianova) fu avvicinato da Catanoso fuori da un hotel di Firenze, prima di Empoli-Lazio Primavera. Gli chiese di “condizionare leggermente la gara”: un rigore dubbio, un’ammonizione, un primo marcatore. Tutto, ovviamente, per facilitare alcune scommesse. Milone rifiutò, informò il suo designatore Ciampi, rinunciò a dirigere la partita e denunciò immediatamente il fatto alla Procura federale.

PREMIO ALL’ONESTÀ – Mentre per Catanoso si apre ora anche un procedimento sportivo parallelo a quello penale, Milone riceve oggi un riconoscimento simbolico e importante: il Premio De Sanctis per lo Sport, Rispetto e Legalità, accanto a nomi come Zoff, Malagò e Pancalli.
Un segnale forte, in un momento buio per il movimento arbitrale: in un ambiente ferito dalle ombre delle scommesse, c’è chi ha scelto la via del coraggio e della trasparenza.

UN MONITO PER TUTTO IL CALCIO – La vicenda di Reggio Calabria riporta al centro dell’attenzione la fragilità dei campionati giovanili, spesso esposti a influenze esterne e a tentativi di manipolazione. La Procura FIGC ha già aperto un fascicolo parallelo e chiesto l’acquisizione degli atti dell’indagine penale. Il messaggio, però, è chiaro: accanto alla corruzione, c’è chi onora ancora la maglia e il fischietto con dignità.

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Sezione: Rassegna Stampa / Data: Gio 30 ottobre 2025 alle 08:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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