C’è una squadra, una società e un allenatore che vanno certamente celebrati. Perché sono anni che continuano a fare risultati, continuano a vendere e continuano ad essere competitivi. E’ come un cerchio che continua a girare e a produrre. Un volano positivo. Che ha tanti punti in cui si è ancorato e in cui è riuscito a spingersi sempre più in alto.
L’Atalanta dal 2010 è in mano alla famiglia Percassi. Venne ceduta da Ruggeri (altro grande presidente dei nerazzurri), e con loro i nuovi proprietari è tornata subito in Serie A, dopo la dolorosa retrocessione dell’anno prima. Percassi, Antonio, era già stato presidente (oltre che giocatore) dell’Atalanta.
Sotto la guida della famiglia percassi l’Atalanta raggiunge dei risultati incredibili: sempre in Serie A, ininterrottamente. Il ritorno in Europa (prima in Europa League), poi la Champions (3 qualificazioni), con una vista addirittura in semifinale. Due finali di coppa Italia, una volta contro la Lazio una volta contro la Fiorentina. Ora non solo la possibilità di qualificarsi a prescindere in Champions anche per la prossima stagione ma di vincere un trofeo. Che è quello che questa squadra meriterebbe.
Non si può fare una classifica di chi sia stato più determinante, delle tre componenti. Tutte sono state importanti. Ognuna eccellente nel proprio ambito. La proprietà ha messo soldi, filosofia, serietà, garanzie, linee programmatiche. Una presenza costante sia nella figura del presidente che in quella dell’amministratore delegato (Luca Percassi) che sono sempre vicinissimi alla squadra e a propri dirigenti. La società è stata praticamente perfetta. E ora è strutturata come una grande: centro sportivo, under23 e la capacità di poter cambiare giocatori, individuando sempre profili giusti. Prima c’era Sartori (che è passato a fare lo stesso a Bologna) ora D’Amico (dopo le straordinarie stagioni a Verona).
E l’asticella viene alzata ogni anno di più, per continuare a crescere e trovare talenti. L’Atalanta ha cambiato tanto e ha sbagliato poco. Ha venduto e valorizzato e continua a cercare. C’è un confronto continuo soprattutto con Gasperini. Che è l’altra grande colonna di questo piccolo capolavoro. E’ un allenatore straordinariamete moderno e straordinariamente efficace. Trova sempre il modo di dare ai suoi ragazzi dei punti di riferimento e di continuare a stupire. Non si è mai seduto e ha continuato a spingere. Lo ha sempre fatto nella sua carriera, ora ancora di più, ancora meglio. Non a caso è ricercatissimo sul mercato ma - crediamo - che un passo del genere, prima di essere fatto deve essere ponderato al massimo.
Questa squadra ora è di nuovo in finale di coppa Italia, ancora contro la Juve. Per la prima volta giocherà una finale europea. Ha la possibilità di impreziosire questo ciclo con una vittoria storica e straordinaria. E’ vero se la dovrà vedere con due grandi squadre. Soprattutto in Europa (senza nulla togliere alla Juventus): gli imbattuti. Anche ieri sera contro la Roma - che ha sfiorato l’impresa va detto e avrebbe meritato più fortuna, visto quello che è successo con l’angolo, non lasciatevi influenzare sol dal risultato - ha dimostrato di avere carettere. Ma l’Atalanta ancora di più. E ancor prima che queste finali si giochino va applaudita a prescindere l’Atalanta. Poi tutti ora vi risponderanno che essere arrivati a Roma e non vedere il Papa è veramente una beffa. Ma il bello dell’Atalanta è che a Roma ci va spesso… ha tutti gli strumenti per andarci: e non è un caso che ci sia arrivata.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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