Chissà a chi si riferiva sabato sera Marcelo Brozovic quando sul suo profilo 'Instagram', pochi minuti prima di chiudere con l'Al-Nassr, ha postato l'immagine di un circo. Forse all'Inter, o più precisamente a come il club l'ha scaricato un anno dopo il rinnovo del contratto a poche settimane dalla scadenza. Forse all'Al Nassr, o più precisamente alla gestione di una trattativa che ha vissuto tante fasi perché tante volte sono state cambiate le carte sul tavolo. Già, perché la telenovela Brozovic che s'è ufficialmente conclusa nelle ultime ore ha vissuto tante fasi. Prima un accordo tra i club e il no del giocatore, poi il rilancio sull'ingaggio per ricevere il sì del centrocampista e la nuova offerta al ribasso per il cartellino che ha fatto irrigidire l'Inter. Poi ancora un'aggiustatina a destra e un'altra a manca per arrivare a una conclusione che accontenta e scontenta tutti perché l'Inter voleva incassare più dei 18 milioni alla fine pattuiti e l'Arabia Saudita non è proprio il paese in cui voleva giocare Brozovic. Anche se poi 70 milioni di euro in più sul conto corrente fanno cambiare idea.

Ma perché questa evoluzione così tortuosa della trattativa? L'affare Brozovic in questo senso rappresenta un vademecum sul come funziona il nuovo calciomercato più facoltoso del panorama Mondiale. Brozovic andrà a giocare all'Al-Nassr insieme a Cristiano Ronaldo, in uno dei tre top club del campionato: gli altri sono l'Al-Hilal, la squadra con più campionati vinti che ha recentemente messo a segno acquisti del calibro di Ruben Neves e Koulibaly, e l'Al-Ittihad, il club campione in carica che s'è ulteriormente rinforzato con Benzema e Kantè. Sono i tre club più vincenti del paese, sono tutti direttamente controllati dal fondo PIF (Public Investment Fund), fondo proprietario anche di quel Newcastle che ieri per 80 milioni di euro ha chiuso l'acquisto di Sandro Tonali dal Milan e che sempre in Arabia ha il controllo diretto anche dell'Al-Ahly, il club che dal Chelsea qualche giorno fa ha acquistato Édouard Mendy.
Per queste quattro società il calciomercato funziona diversamente. Al netto di qualche indicazione proveniente dalla stessa Famiglia Reale saudita che periodicamente arriva, questi club creano una loro lista di top player che vorrebbero acquistare e a quel punto sottopongono i nomi direttamente a uomini di fiducia del Primo Ministro Mohammed bin Salman. Con loro si decide qual è il budget a disposizione per il singolo acquisto e una volta pattuita la cifra, col budget a disposizione, il direttore sportivo insieme a un rappresentante della Saudi Pro League comincia a muoversi per cercare di definire l'acquisto. Esempio: si decide che per mettere sotto contratto Brozovic il budget a disposizione è di 90 milioni di euro e a quel punto parte l'assalto. Una regola, una sola regola: rientrare nella cifra prefissata. Un budget che comprende sia il costo del cartellino che quello dell'ingaggio.

Non è quindi un caso se i migliori giocatori vanno in queste società: Al-Nassr, Al-Hilal Al-Ittihad e Al-Ahly, quattro club che complessivamente si son spartiti 40 delle 48 edizioni della Saudi Pro League. Per le altre non c'è questo supporto costante della Famiglia Reale anche se non è escluso a prescindere: potrebbe arrivare, qualora venisse convinta della bontà dell'operazione.
In linea di massima gli altri club devono però far conto solo sulle loro finanze. Ma anche qui spesso e volentieri parliamo di proprietà molto facoltose ed ecco perché Ever Banega è il numero 10 dell'Al-Shabab e l'Ettifaq FC ha in squadra l'ex Palermo Robin Quaison e Steven Gerrard in panchina. Oppure perché una leggenda del calcio inglese come Robbie Fowler ha accettato di andare ad allenare in seconda divisione: guiderà l'Al-Qadsiah di Ahmed Ghodran, uno degli sceicchi più facoltosi del paese.

Sezione: Altre news / Data: Mar 04 luglio 2023 alle 09:30 / Fonte: Raimondo de Magistris per TMW
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
vedi letture
Print