E se Dybala il prossimo mese si accordasse con un’altra squadra?
L’interrogativo è anche un rischio concreto che sta correndo la Juventus in una vicenda sempre più intricata che sta prendendo i contorni del giallo calcistico. L’allarme per i bianconeri è arrivato dall’Argentina dove è stato rilanciata l’indiscrezione secondo la quale il giocatore spazientito per il tira e molla sul rinnovo del contratto, avrebbe deciso di lasciare la Juventus a parametro zero.
Se così fosse sarebbe l’ennesimo clamoroso autogol di mercato della società bianconera che in un colpo solo perderebbe due volte, economicamente e tecnicamente.
Dybala che due anni fa valeva cento milioni oggi è valutato da Transfermarkt cinquanta che andrebbero in fumo, con la contemporanea perdita dell’ultimo vero talento in casa bianconera che dovrebbe comunque essere rimpiazzato. E’ chiaro che a mettere la Juventus in difficoltà sono stati i ritardi con i quali s’è affrontata la questione, i dubbi e le incertezze che hanno accompagnato la trattativa per il rinnovo.
Se la Juventus, come si evince dalle recenti parole di Arrivabene, non è convinta che Dybala valga i dieci milioni di ingaggio netto sui quali si sta ragionando da tempo e non sarei convinto neanch’io, avrebbe dovuto prendere una decisione l’estate scorsa vendendo Dybala prima di farlo arrivare alla scadenza del contratto (giugno prossimo) e alla possibilità di trovare un’altra squadra fra pochi giorni.
Dalla società non trapela pessimismo, non c’è la paura di un addio a parametro zero, sono convinti di poter ancora arrivare a un accordo e informalmente fanno sapere che l’incontro decisivo dovrebbe esserci subito dopo la chiusura del mercato di gennaio, ma capite bene che fino a quando non ci sono le firme sui contratti le parole valgono zero. E le prestazioni di Dybala non danno certo l’idea di un giocatore che abbia voglia di battersi con rabbia per questa maglia e desideri diventare il leader e il trascinatore della Juve, a maggior ragione in questo momento di difficoltà.
E’ altrettanto evidente che le parole di Arrivabene sul valore reale del giocatore abbiano un senso e non siano state dette pubblicamente a caso: come le avreste prese voi?
Se davvero Dybala non ha un amore sviscerato per la Juve e vuole restare a Torino, a questo punto non ci sorprenderemmo se stesse trattando con altre società.
Da svincolato di sicuro otterrebbe con facilità i dieci milioni netti di ingaggio (e anche di più) che la Juve fatica a dargli. E sempre da svincolato immagino che le società che lo hanno corteggiato negli anni scorsi, a cominciare dal Barcellona, sarebbero in fila sotto casa.
Situazione che si è fatta oltremodo scivolosa per la Juventus, ora il giocatore ha ancora di più il famoso coltello dalla parte del manico e anche per il difficile momento economico e tecnico che sta attraversando la Signora, se Dybala dovesse decidere di restare sarebbe davvero una dimostrazione di riconoscenza sempre più rara nel mondo del calcio.
E comunque se invece dovesse aver deciso di andar via come dicono dall’Argentina, l’addio diventerebbe un’altra perla negativa nella gestione bianconera dopo tante operazioni discutibili in entrata e uscita, da Romero in giù. Discutere oggi un grande investimento su Dybala è legittimo e comprensibile, ma perderlo sarebbe inconcepibile tanto più che le trattative vanno avanti da tempo e la controparte non ha mai dato la sensazione di fare ostruzionismi o avere già in testa l’ipotesi dell’addio.
Tema che allarghiamo alla vicenda Vlahovic, l’altra faccia della medaglia chiamata riconoscenza. Anche ieri il Dg della Fiorentina Joe Barone ha mostrato in tv tutta la sua rabbia che (immaginiamo) dovrebbe essere anche quella del presidente Commisso per una questione che vede la società viola fortemente penalizzata. Vlahovic scade nel 2023, ha rifiutato le offerte di rinnovo, ma non basta: il suo procuratore non fa sapere alla Fiorentina se è disponibile ad accettare trattative per la vendita adesso, a giugno o mai, forse con l’obiettivo di andare via a parametro zero.
E’ evidente che in questo modo non ci sia la possibilità di programmare in maniera adeguata, tanto più quando si parla di un giocatore dalla straordinaria importanza tecnica ed economica come Vlahovic.
La Fiorentina venderebbe volentieri il giocatore anche domani per cercare almeno di fare cassa per poi reinvestire, ma tutte le società che lo corteggiano e sono tante (a cominciare dall’Arsenal) aspettano dei segnali per fare proposte concrete oltre gli approcci con intermediari. E il tempo per iniziare una trattativa così complessa non è molto.
L’arrivo di Piatek, in gol ieri al debutto, e non di una semplice controfigura per fare la riserva, offre una soluzione in attacco che prima non c’era e lascia presumere che se dovesse continuare l’atteggiamento evasivo dei procuratori del giocatore, la Fiorentina potrebbe anche adottare una strategia dura. E’ vero che i gol di Vlahovic sono tanti e fondamentali, ma è tanto anche l’orgoglio di Rocco Commisso. Reagirà? Aspettiamocelo da un giorno all’altro.
A maggior ragione se la società viola dovesse mettere insieme altri indizi che portano a un’altra società con la quale il procuratore di Vlahovic potrebbe già avere un accordo.
Due storie che animano il mese di gennaio e il futuro prossimo in un mercato tutto sommato senza grandi sussulti perché, come sempre temuto, i soldi non ci sono.
Ha speso proprio la Fiorentina per Ikonè e ha preso Piatek in prestito. L’Atalanta ha fatto Boga e la Roma Sergio Oliveira. Per il resto solo aggiustamenti in attesa, magari, dei botti finali anche se restano solo due settimane.
La Juve, ad esempio, è sempre su Icardi ma non ci sono passi avanti sostanziali.
Il Milan, invece, cerca il difensore a maggior ragione dopo ieri sera con l’uscita di Tomori per un dolore al ginocchio sinistro. E’ ovvio che la speranza è quella di un semplice fastidio, ma l’apprensione c’è visto che il giocatore s’è fermato correndo da solo, non si tratta di un trauma. Oggi il difensore sarà sottoposto a tutti gli accertamenti del caso, ma anche sperando in un rapido recupero, è evidente che numericamente il reparto sia corto. Il Milan ha mollato l’olandese Botman, costa troppo e comunque il Lille non vende più, e da giorni tratta con il Manchester per avere l’ivoriano Bailly, 27 anni, in prestito fino a giugno. Gli inglesi vorrebbero l’obbligo di riscatto a dieci milioni per recuperare parte della ingente spesa (40 milioni) fatta sei anni fa. Altra pista porta a Parigi, dal senegalese Diallo, ma anche qui il Psg ha speso 30 milioni per il centrale e i conti fanno fatica a tornare anche per i ricchi. Leonardo lo venderebbe volentieri, per il prestito al Milan solo no, almeno per ora.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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