Eccoci. Anche quest’anno, come molti di voi, ho visto il SuperBowl e anche quest’anno non ci ho capito nulla. È una personalissima tara mentale impossibile da colmare: tutti gli anni mi metto lì e quando ho compreso il regolamento si sono fatte le 5 del mattino. Poi vado a dormire, mi sveglio, e non mi ricordo più un fico. A quel punto scrivo ovvietà come “Secondo me Tom Brady è forte” o “che bello lo show a fine primo tempo!” e archivio la pratica per 12 mesi. Comunque Tom Brady è forte. E che bello lo show di fine primo tempo.
Benissimo, badiamo al sodo.
Il sodo è che questa sera si gioca Juve-Inter, semifinale di Coppa Italia. Questa partita è d’importanza fondamentale e non stiamo scherzando per niente. Ecco, diciamo che mentre la Juve avrebbe l’alibi di chi è ancora in Champions (“ué, noi dobbiamo pensare alla Champions!”), l’Inter si ritroverebbe con il “solo” campionato (“ué, noi abbiamo solo il campionato…”). Non ci sono scuse, la coppetta è meno “etta” del solito, e infatti i due allenatori hanno mostrato ampie dentature. “Vogliamo vincere e passare il turno” dice Conte. “Vogliamo andare in finale” risponde Pirlo. E voi direte: “Cosa dovevano dire, pirla”, ma è anche vero che in genere è tutto un “siamo stanchi… il campionato è più importante… bla bla bla”. Un sacco di frasi fatte che, questa volta, i protagonisti ci hanno risparmiato. Bravi.
Occhio al processo di “allegrimento” di Pirlo. Lo so, lo avete letto ovunque e non vi interessa, ma io pubblico l’editoriale di martedì, mica è colpa mia. Sì, è vero, Pirlo – che non è pirla – ha scelto di fare un passo indietro rispetto al suo originale “credo”: meno fronzoli, più pragmatismo. Molti hanno detto “Che brutta Juve a Roma, nonostante la vittoria”. Invece no, quella sì che è una squadra “da scudetto”, fa gol e poi ti invita a farglielo. Chiellini e soci hanno sofferto? Manco per idea. Possibile che l’atteggiamento tattico dei bianconeri, questa sera, sia lo stesso, soprattutto perché i padroni di casa partono da un succulento 2-1.
Dall’altra parte Conte ha fatto dei grandi passi avanti. Ma non in campo, lì funzionava già e bene (almeno in campionato), semmai fuori. Il paradosso è che la crisi societaria, invece di togliere fiducia al tecnico, lo ha spinto a diventare finalmente più “aziendale”. Fa un po’ sorridere: Conte più aziendale ora che il padrone dell’azienda non si fa vedere. Bravo, bravissimo, in fondo solo così si può pensare di puntare al bersaglio grosso (sì, lo scudetto).
Ecco, per lo scudetto, oltre alle due litiganti, c’è il Milan, ben aggrappato alla sua prima posizione. I rossoneri non tremano e questo è un dato di fatto. Il match col Crotone era certamente facile, ma è stato affrontato col piglio di chi sa che i punti “scontati” lo sono solo dopo il fischio finale. Tocca fare un passo indietro: il qui presente, anche di recente, continuava a credere che l’obiettivo maximo del Milan fosse il quarto posto. E invece no. La reazione in campionato alla scoppola contro l’Atalanta (vittoria + vittoria) è la riprova che quel gruppo lì ha maroni trapezoidali.
Ora potremmo scrivere delle ovvietà su Ibra che è forte e Barella che è forte e Ronaldo che è forte (le abbiamo scritte). Oppure altre ovvietà tipo che Tare è bravo perché ha comprato Immobile per soli 9 milioni e quello ha fatto quasi 150 gol con la maglia della Lazio (scritte anche queste). O anche che è vergognoso che la Lega assegni il gol a Gosens di lunedì e così facendo sputtani "i fantacalcio" di mezza Italia (scritto pure questo), ma preferiamo parlare un secondo di Napoli.
Ecco, è brutto da dire, ma al Napoli attualmente mancano i già citati maroni trapezoidali. Cioè, la squadra allenata da Gattuso non ha un Gattuso in campo. È paradossale che questo gruppo raramente riesca a trovare la chiave quando va sotto e, invece, strabordi quando va in vantaggio. Molti dicono “colpa di Ringhio!” e ormai il destino è segnato: lo faranno fuori, ben che vada a stagione conclusa. Trattasi di follia firmata De Laurentiis, patron che ha scelto di non proteggere il gruppo nel mezzo della bufera, con ancora la squadra in corsa su tutti i fronti (Coppa Italia, Europa League, uno dei primi 4 posti in campionato).
I più attenti diranno: “L’hai già scritto settimana scorsa, minchione!”. È vero, ma meglio ribadire il concetto.
Ora potremmo chiudere con alcune domande fondamentali tipo “come farà ora Preziosi a esonerare Ballardini?”, oppure “come fa un arbitro a non assegnare rigore al Napoli nel finale del match contro il Genoa?”, ma preferiamo chiudere con una certezza: Tom Brady è molto forte.
(Che poi, cosa farà Tom Brady negli altri 364 giorni dell’anno? Forse gioca altre partite, ma vai a sapere se è vero).
Lo show di fine primo tempo, comunque, è stato bellissimo. Ciao.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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