Nel cuore della League Phase di Champions League, l'Atalanta cerca in Germania quelle certezze che il campionato, finora, ha concesso solo a sprazzi. Raffaele Palladino si presenta nella sala stampa del Deutsche Bank Park con la lucidità di chi ha analizzato a fondo le pieghe di una stagione complessa ma ancora apertissima. Tra la necessità di ritrovare risultati in Serie A e la voglia di confermare l'ottimo ruolino di marcia europeo, il tecnico traccia la via: serve "leggerezza" mentale per scacciare la negatività e l'intensità mostrata nella ripresa del "Maradona". Dalla gestione della rosa all'approccio tattico contro un Eintracht temibile, ecco il pensiero dell'allenatore nerazzurro. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Mister, dopo il risultato negativo di Napoli, quanto pesa la sfida di domani? C'è voglia di riscatto immediato in una competizione così prestigiosa?
«Non vediamo l'ora di scendere in campo. Per noi questa deve essere la partita dello slancio, la scintilla giusta. Sappiamo perfettamente di affrontare una squadra di assoluto valore: l'Eintracht è sesto in Bundesliga, segna tantissimo e gioca un calcio propositivo, specialmente nel proprio stadio. Ma noi siamo venuti qui per fare la prestazione, non per guardare. Ci portiamo dietro l'ottimo secondo tempo di Napoli: voglio rivedere esattamente quell'Atalanta. Voglio quell'entusiasmo, quel coraggio, quell'aggressività e quella "leggerezza" mentale. Ho l'ambizione di poter far bene perché vedo come i ragazzi lavorano quotidianamente: questo mi lascia tranquillo e sono sicuro che domani ce la metteranno tutta».
Si nota una differenza netta tra il rendimento in Champions e quello in campionato. Avendo vissuto due vigilie europee dal suo arrivo, ha percepito un clima diverso nell'avvicinamento a queste gare?
«Sinceramente, da parte dei ragazzi ho percepito sempre la stessa cosa: tanta concentrazione, dedizione totale al lavoro e tanta fatica, perché i nostri allenamenti sono duri. Stiamo lavorando su tutti gli aspetti: fisico, mentale e tecnico. La preparazione alle partite, sia quella col Napoli che questa, è stata fatta bene. I risultati purtroppo sono figli di tante variabili, ma noi abbiamo analizzato gli errori commessi nel primo tempo al "Maradona" e preso il buono della ripresa. Dobbiamo ripartire da lì. Da domani voglio vedere una squadra che dia intensità dal primo all'ultimo minuto. I ragazzi lo meritano per quello che stanno facendo».
In questo momento delicato, quanto serve un po' di "leggerezza"? Non intesa come superficialità, ma come serenità d'animo per affrontare le difficoltà.
«Ne parlavamo proprio stamattina nello spogliatoio durante la riunione video. Serve eccome. La leggerezza è fondamentale perché ti permette di spazzare via i pensieri negativi. Io voglio una squadra positiva, propositiva, che abbia autostima. Vi confesso una cosa: quando affrontavo l'Atalanta da avversario ne percepivo la forza, ma ora che tocco con mano le loro qualità tecniche e umane, mi rendo conto che sono ancora più forti di quanto pensassi. Questo mi rende orgoglioso. Ora però servono i fatti: bisogna ritrovare i risultati mettendo dentro forza, intensità, ambizione e voglia di difendere e attaccare insieme».
Ragionerà in ottica turnover, visto il calendario fitto, o schiererà la migliore formazione possibile senza calcoli?
«Veniamo dalla sosta delle nazionali, quindi non c'è un sovraccarico eccessivo di partite recenti. Io sono con questo gruppo da poco più di due settimane e ho bisogno di vederli all'opera il più possibile, perché sono le partite vere a darti le risposte definitive. Cercherò di mettere in campo sempre la formazione migliore basandomi su ciò che vedo in allenamento. Non guardo in faccia nessuno: chi mi dà garanzie, ottiene la maglia da titolare. Dobbiamo guardare partita per partita, domani serve rispetto per l'avversario e la volontà ferrea di fare risultato».
Per lei è l'esordio in Champions League su una panchina così importante. L'emozione potrebbe giocare brutti scherzi o la terrà fuori dal campo?
«Indubbiamente la parola "Champions" evoca emozioni forti, è il sogno di ogni calciatore e allenatore. Sono felice perché essere qui significa che negli anni passati è stato fatto un grande lavoro di sacrificio. Ma io sono uno che non si lascia travolgere: al fischio d'inizio l'emozione resta fuori dal campo e la mia concentrazione sarà dedicata esclusivamente ai miei ragazzi. Mi aspetto una gara aperta contro una squadra che ha sfornato grandi talenti e ne possiede tuttora. Massimo rispetto, ma siamo venuti qui mentalizzati per fare la nostra partita».
Tatticamente, quali sono i progressi specifici che cercherà di individuare nella prestazione di domani sera?
«So che la risposta può sembrare scontata, ma guarderò tutto. Le partite sono giudici implacabili. Voglio vedere prima di tutto una squadra più intensa, capace di muovere la palla velocemente da una parte all'altra e di verticalizzare appena si apre lo spazio. Non voglio vedere una squadra che si abbatte alle prime difficoltà. Voglio coraggio. Questi sono i tasti su cui batterò, poi sarà il campo a dirci dove dobbiamo ancora migliorare».
Chiudiamo con una nota sulla rosa. Chi sta giocando meno la sta mettendo in difficoltà nelle scelte?
«Assolutamente sì, e questo è un valore inestimabile. Credo che la vera forza di una squadra risieda non nell'undici titolare, ma in chi permette agli altri di allenarsi al massimo livello. Nelle esercitazioni tattiche di ieri, chi simulava l'avversario è stato perfetto. Sono dei robot, qualsiasi cosa chiedi loro la eseguono immediatamente. Questo alza il livello di tutto il gruppo. Ci sono 25-26 partite da qui a marzo, ci sarà spazio per tutti. Ma l'occasione, quando arriva, bisogna saperla sfruttare».
Un tecnico che non cerca alibi, ma soluzioni. Palladino punta tutto sulla psicologia del gruppo e sull'intensità, chiedendo alla sua Atalanta di trasformarsi in una macchina da guerra anche in campionato, partendo però dalla vetrina europea.
© Riproduzione riservata
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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