Le attese, le speranze, le gioie e le delusioni di chi insegue un sogno. Come quello di Simone Zaza, classe ’91, classe da vendere. Sta facendo impazzire Ascoli a suon di gol, 16 fin qui grazie alla fenomenale doppietta di ieri al Cesena. E adesso il suo nome è tra i più caldi della serie B, seguito e trattato da Milan e Juve. Lucano di nascita, Zaza cresce a Metaponto, piccola frazione di Bernalda, in provincia di Matera. La sua storia comincia qui, in un comune di mille abitanti circa, e non per forza da un campo di calcio: “Da piccolo facevo taekwondo e arti marziali -ci racconta Zaza- poi ho iniziato a giocare a calcio verso i 10 anni e sono cresciuto nella Stella Azzurra di Bernalda, una società vicino al mio paese”. La sua storia diventa più grande quando arriva la prima vera occasione: “Mi ritrovai a 14 anni nelle giovanili dell’Atalanta e quella è stata di sicuro un’esperienza che mi ha insegnato tutto, anche i comportamenti dentro e fuori dal campo. A Bergamo ho passato 4 anni bellissimi che ricordo sempre con grande calore. Mi sento ancora con alcuni amici di quel periodo, spesso ci siamo ritrovati giocando sui vari campi. Sono stati momenti importanti: il più bello sicuramente l’esordio in prima squadra, un grande motivo di orgoglio e soddisfazione”. Tra nuove emozioni ed emozionanti debutti arriva la Samp: “Sono stato un anno in Primavera ma non è stata un’esperienza molto felice perché in pratica non ho mai giocato. E in prima squadra neanche, diciamo che non è stato un periodo molto fortunato”. Poi il passaggio alla Juve Stabia, di sicuro non il migliore per lui, con pochissime presenze e nessun gol. Prima della chiamata del Viareggio, quella che lui stesso definisce la “svolta”: “A Viareggio finalmente ho fatto gol, giocavo, l’ambiente aveva fiducia in me. Ed oggi eccomi ad Ascoli. Devo dire che quest’anno mi sento protagonista, vedo che c’è fiducia in me e sono molto contento. Forse è proprio quello che ci voleva, qui sento che la società crede in me e nei miei mezzi e questo mi rende felice”. Un talento, quello di Zaza, poco rock e molto casual, nonostante la cresta: “Ascolto molta musica italiana, da Vasco a Jovanotti, ma sono anche appassionato di rap”. Dai Club Dogo a Marracash, passando per i film e, come è giusto, per il calcio: “Una squadra che mi piace? Dico una squadra estera così non sbaglio: il Barcellona, per me ancora la più forte del mondo”. Goleador in campo, “pollo” per il suo migliore amico Francesco Lopapa, un fratello per Zaza: “Io e Simone siamo cresciuti praticamente insieme, siamo entrambi di Metaponto. Tra noi ci chiamiamo simpaticamente così, pollo. Frequentavamo anche la stessa scuola calcio, la Stella Azzurra di Bernalda. Ricordo che i nostri genitori ci accompagnavano sempre agli allenamenti insieme, in trasferta: ci hanno seguito molto. Lui giocava nei giovanissimi e io negli allievi, ma ci divideva solo una differenza di età e nient’altro. Già dai primissimi calci si era capito che era di un altro livello rispetto alla media. In campo ci divertivamo molto”. Amici indivisibili che hanno vissuto grandi momenti insieme: “L’ultimo anno in cui era a Bergamo, fuori rosa, abbiamo anche vissuto insieme. In quel periodo decidemmo insieme di fare una piccola pazzia, rasandoci i capelli: lui voleva cambiare look, ma il parrucchiere sbagliò il taglio e allora decidemmo di rasarci. La cresta? Ce l’ha da quando gli ha portato fortuna per il primo gol con il Viareggio. Prima non l’aveva mai fatta”. Compagni di vita insomma, nessuno lo conosce meglio di lui: “Al primo impatto, può sembrare diverso ma è un ragazzo molto umile. È spiritoso e socievole con tutti, non si da le arie da calciatore come può sembrare dall’esterno. Gli piace stare in casa e non ama passare le serate nei locali o nelle discoteche. Ibrahimovic e Van Basten sono i suoi idoli da sempre. Gli piacciono molto i film da guardare comodamente a casa e giocare alla Play Station: ovviamente a Fifa o a Pes. Una volta ricordo che sono riuscito a batterlo e lui ha rotto un joystick a terra per il nervoso, di sicuro non gli piace perdere. In campo come nelle piccole cose”. E tra le più belle esperienze vissute insieme, ce n’è una da incorniciare: “La convocazione a Coverciano a gennaio, in Under 21. È stata bellissima sia per me ma soprattutto per lui, siamo andati insieme. Il mercato? Adesso vuole fare bene ad Ascoli e poi pensare eventualmente al futuro. Adesso, poi, a Metaponto è diventato un esempio per molti. Il nostro è un paese di 1000 abitanti e Simone è molto amato, anche dai bambini. È stato molto bello quando ha dedicato la sua prima doppietta in B contro la Juve Stabia ai suoi genitori e a me. I suoi genitori lo seguono ancora e molto e lui è molto legato alla famiglia e alla sua terra”. Racconti che diventano storie, storie semplici, fatte di cose comuni che, a volte, emozionano ancora di più. Storie di calcio, le più belle da raccontare. Alla prossima…
Autore: TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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