Non è bastata la vittoria con la Salernitana a far tornare il sereno in casa Lazio. La contestazione dei tifosi, ma soprattutto le parole nel postpartita di Luis Alberto hanno tenuto banco e oggi il direttore sportivo Angelo Fabiani ha voluto fare chiarezza. Queste le sue parole ai microfoni dei canali ufficiali biancocelesti: "Nel mio ruolo non c'è spazio per il passato, l'attenzione era rivolta solamente alla Lazio perché venivamo da un momento no ed erano necessari i tre punti. Parlo poco perché chi parla tanto ha poco da dire. È giusto fare un passo indietro quando le cose vanno bene, mentre invece è giusto metterci la faccia quando non vanno bene. Dico che ognuno di noi, essendo personaggi pubblici facendo questo mestiere, siamo esposti agli applausi e anche ai fischi o alle contestazioni. Bisogna assumersi delle responsabilità e non essere villani di fronte a fischi giustificati. Nella vita bisogna affrontare le cose nella stessa maniera, sia quando vanno bene sia quando vanno male. Le cose vanno affrontate da uomini".
Il tema Luis Alberto
Il direttore sportivo biancoceleste ha approfondito poi il tema caldo della serata di ieri, ovvero le dichiarazioni di Luis Alberto: "Sono cose che accadono da quando esiste il calcio, forse era la serata meno adatta ma non posso stare nel cervello di Luis Alberto. Tempo fa con l'avvento di Tudor mi disse che probabilmente lui a fine anno avrebbe preferito cambiare casacca per una serie di motivi, gli dissi davanti al suo procuratore che la Lazio ha il dovere di finire la stagione nel migliore dei modi, poi a fine stagione verrà valutata anche la sua posizione. Nessuno ha promesso risoluzioni del contratto, ricordo anche specialmente a me stesso che in estate al ragazzo è stato rinnovato il contratto per quattro anni. C'è stato un momento di frizione, tanto che decise di non partire in ritiro con la squadra, tramite la mediazione mia e del presidente Lotito si arrivò a un accordo firmando il contratto alle condizioni dell'entourage del giocatore. Dopo sei mesi improvvisamente dice che lascia i soldi alla Lazio. I contratti sono fatti per essere rispettati, sia da una parte che dall'altra, è una situazione che va approfondita con calma e serenità. Come finirà la vicenda Luis Alberto? È chiaro che non passerà inosservata agli occhi della società. Noi non dobbiamo fare la guerra a nessuno, noi siamo per la pace, ma non accettiamo compromessi di alcun genere. Luis Alberto ha ricevuto il rinnovo come voleva, non so cosa sia successo a distanza di sei mesi. Ci parlerò e mi spiegherà i motivi di questa sua esternazione fuori luogo, avrà le sue buone ragioni e le ascolteremo. Trarremo poi le nostre conclusioni".
I rinnovi e la questione Felipe Anderson
"La questione rinnovi stiamo andando avanti, abbiamo fatto il rinnovo a Patric come promesso dal presidente e abbiamo fatto il rinnovo anche a Provedel. Stiamo rinnovando anche i giovani, stiamo parlando con l'entourage di Felipe Anderson a cui abbiamo fatto una proposta di rinnovo di cinque anni, nonostante sia un ragazzo di 31 anni. Ci troviamo di fronte a un grande professionista, gioca tutte le partite e può rimanere anche nel dopo calcio. Abbiamo fatto un'offerta importante, questo significa che la proprietà ci tiene. Vi posso garantire che non sono cifre così insignificanti, sono cifre importanti. Sarebbe il terzo della rosa che prende cifre importanti, così come lo stesso Luis Alberto che è il secondo più pagato. Il presidente non voleva smantellare la rosa dopo l'addio di Milinkovic, che è stato accontentato cedendolo in estate. La società vuole rinnovare il contratto a Felipe Anderson, lo abbiamo dimostrato proponendo un contratto che non è da parrocchia, anzi ben altro. Poi passeremo anche ad affrontare la questione Zaccagni, un ragazzo in scadenza nel 2025 e cercheremo di andare incontro alle esigenze del ragazzo, che nonostante gli infortuni ha dimostrato di dare un apporto significativo alla Lazio. Poi da qui a sottoscrivere un contratto ci deve anche essere la volontà dall'altra parte. Su Kamada per esempio bisogna fare chiarezza su una cosa. Ci siamo legati al giocatore con un contratto annuale, noi volevamo fare un accordo pluriennale poi il giocatore ha voluto provare un'avventura di un solo anno, avendo poi la possibilità di attivare una clausola per legarsi alla Lazio per più stagioni. Noi lo volevamo e lo abbiamo accontentato, poi vedremo cosa vorrà fare Daichi con il suo entourage. L'importante è andare avanti con la programmazione della società".
L'addio di Sarri e la scelta di Tudor
"Quando si va a Coverciano, la prima cosa che dicono agli allenatori è mai dare le dimissioni, questo è un rito a Coverciano. Ora un allenatore ha mille modi per farsi esonerare, così se ne sta a casa retribuito.Sarri a un certo punto ha deciso di gettare la spugna, anche se abbiamo provato in tutti i modi a convincerlo insieme al presidente. Probabilmente però aveva capito che il giocattolo non funzionava più, ma il rispetto della società è stato dimostrato perché è stato riconosciuto a Sarri e a tutto il suo staff lo stipendio fino a giugno. Sarri era disposto a rinunciare allo stipendio da subito, il presidente ha deciso di riconoscere a lui e al suo staff lo stipendio fino a giugno perché è una persona perbene. Qui passano troppi messaggi negativi, le cose vengono nascoste e nessuno parla di questa riconoscenza nei confronti di Sarri, che ha fatto cose importanti prima delle dimissioni. Come si arriva a Tudor? Dopo le dimissioni di Sarri devi porti degli interrogativi, si è andati subito verso una soluzione che ci dava la possibilità anzitempo di iniziare un programma tecnico senza aspettare giugno. Tra un po' si entra nel vivo del mercato, prima si cercavano dei palleggiatori per il gioco di Sarri mentre adesso andiamo alla ricerca di calciatori che si addicono alle caratteristiche di Tudor. È stata una scelta programmata e programmatica."
Rivoluzionare la mentalità a Formello
"Una cosa però la voglia dire, fin da quando il presidente Lotito mi ha affidato il settore giovanile avevo notato delle storture, ovvero che la Lazio era al servizio di ogni singolo giocatore, allenatore o dirigente. Senza capire che per avere un futuro e per essere società bisogna comportarsi all'opposto, ovvero tutti a disposizione della società perché la società aggrega le folle e i tifosi, ai quali bisogna portare profondo rispetto. Dissi al presidente Lotito che la situazione non era semplice, per cui serviva un percorso duro di rinnovamento mentale e culturale, nonché etico. La società Lazio deve tornare al centro del progetto. Ora non giudico chi mi ha preceduto, so però che quando prendo un impegno lo faccio con spirito di servizio nei confronti della società e dei tifosi. Io non vengo da Marte, non sono un alieno e dico sempre ciò che penso. Sto sempre dalla parte della società e della gente, mai in 30 anni della mia carriera mi sono permesso di sfruttare la società o la gente per scopi miei personali. Se mi sono messo in testa di estirpare tutti i problemi che ci sono, state tranquilli che prima o poi ci riuscirò. Non si può stare ai comodi e alle paturnie altrui. Siamo tutti dei professionisti, siamo tutti pagati puntualmente, non manca nulla qui a Formello. La Lazio non è al servizio di Fabiani, Fabiani è al servizio della Lazio. Questo è un concetto che devono capire tutti. Se qualcuno non capisce, chi è causa del suo mal pianga se stesso. Se bisognerà intervenire, non ci sarà problema nell'intervenire. Interverrò come ho già fatto con il settore giovanile. Noi sappiamo perfettamente cosa dobbiamo fare. Una società si vede dalle azioni che compie e da quello che fa giornalmente, l'improvvisazione non ti porta da nessuna parte".
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