Si gioca? Non si gioca? Si, si gioca. No, partita posticipata. In fin della fiera tutti a casa, non si può giocare. La gente fuori dallo stadio chiede di entrare, la gente che è già all’interno può restare solo a guardare e sperare che la partita inizi davvero. Confusione, solo tanta confusione fino a che l’ordine del prefetto spegne i riflettori sull’Atleti Azzurri d’Italia. Cosa è successo davvero? Ho cercato qualche testimonianza tra le tifose che quella sera sono arrivate a Bergamo nonostante la neve e quello che segue è quanto loro hanno vissuto.
“Io e mia sorella a causa dei rallentamenti per la neve siamo arrivate fuori dalla Curva alle 17:40 circa. Molti tifosi erano già dentro lo stadio e quindi pensavamo si potesse entrare normalmente. Fatto il prefiltraggio invece ci siamo rese conto che i tornelli erano stati richiusi e che non facevano entrare più nessuno. Quando qualcuno chiedeva informazioni agli steward non rispondevano ed eravamo lì tutti ad aspettare che aprissero, senza capire bene cosa stesse succedendo. Alle 17:55 uno steward esce e dice che la partita è stata sospesa e di andare tutti a casa. Quando altri tifosi gli hanno chiesto se era sospesa o rinviata diceva a volte una cosa a volte un'altra. Viste le varie versioni che giravano senza niente di ufficiale siamo rimaste ancora lì ad aspettare. Alle 18 finalmente hanno aperto i tornelli dicendo che la partita sarebbe iniziata alle 18:30. Quando ormai erano entrati tutti, lo speaker ha detto che avevano deciso per il rinvio”.
“Quasi un'ora per arrivare allo stadio, la vita l'abbiamo rischiata per arrivare lì, non la si rischiava sugli spalti. Dovevano prendere una decisione ore prima con le relative conseguenze, la gente ha preso il permesso al lavoro per uscire prima, un minimo di rispetto ce lo meritiamo”.
“Più di 120 km tra andata e ritorno, che faccio per esserci sempre, stavolta per nulla. Grande confusione fuori dai cancelli. Noi del parterre e della tribuna centrale siamo entrati per ultimi a riscaldamento già cominciato, alle 17:20 circa. Dopodiché hanno richiuso i cancelli, rimandando a casa le persone che stavano arrivando. Hanno richiamato i calciatori sotto la doccia, poi li hanno fatti uscire di nuovo. Nel frattempo all'esterno hanno riaperto i cancelli permettendo di entrare a quelli rimasti fuori per quasi un'ora, se non sbaglio. Dopo tante, tantissime indecisioni arriva l'annuncio dello speaker: tutti a casa, rinviata per l'incolumità a rischio degli spettatori. Ormai ci avevano fatto entrare, avremmo potuto rischiare di cadere già prima! Il campo era perfettamente agibile, la partita si sarebbe potuta giocare tranquillamente”.
“Non so dirti gli orari esatti… I giocatori sono entrati a fare riscaldamento quando ad un certo punto sono rientrati negli spogliatoi, saranno state le 17.45 più o meno. Mi sono poi accorta che fuori dalla curva c'era una massa di tifosi, ma avevano chiuso i tornelli e non potevano entrare. Dall'altoparlante non dicevano niente, nessuna comunicazione. La probabilità che la partita venisse rinviata la potevi sapere tramite facebook o da chi ti chiamava al telefono. La curva continuava a cantare “Noi vogliamo questa partita!”. Ad un certo punto è uscito l'arbitro chiedendo un pallone, lo ha lanciato, ha fatto qualche cenno di cui non abbiamo capito il significato ed è sceso di nuovo negli spogliatoi. I tifosi fuori urlavano e cantano, perché giustamente volevano entrare, poi mentre alcuni si dirigono verso le macchine, gli steward hanno aperto i tornelli e hanno urlato che si poteva entrare, così anche quelli che se ne stavano andando sono tornati indietro e sono entrati, saranno state le 18:15. I giocatori rientrano in campo, e iniziano ancora il riscaldamento, dopo un momento tornano negli spogliatoi come prima, sembrava una fotocopia di quello che era già successo. Solo alle 18:30 circa hanno annunciato il rinvio della partita”.
Sperando di non rivedere mai più quanto accaduto quella sera, Atalanta-Genoa si giocherà mercoledì 15 febbraio alle ore 18:30, stavolta sul serio. Forse...
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