Ci sono momenti in cui le parole non bastano più. Al contrario, suonano vuote, inutili, quasi offensive. Ci sono momenti in cui serve solo il silenzio, quel silenzio carico di significati profondi, che sa rispettare il dolore e comunicare molto più efficacemente di qualsiasi discorso. Ecco perché, questa domenica, Atalanta-Lecce non sarà una partita come le altre. Sarà il momento in cui il calcio, finalmente, si ferma. Non per un lutto imposto dall'alto, né per un minuto simbolico prima del fischio d'inizio. Stavolta, a fermarsi sarà una parta del cuore pulsante del tifo nerazzurro in Curva Sud, quello che scandisce ritmo ed emozioni dagli spalti, quello che rende una partita un evento.
La scomparsa improvvisa di Graziano Fiorita, storico fisioterapista e figura centrale nello spogliatoio giallorosso, non ha solo colpito il Lecce nel profondo, ma ha provocato una reazione umana straordinaria anche nei tifosi avversari, quelli dell’Atalanta. Che hanno deciso, con grande coraggio e sensibilità, di ammutolire la curva, spegnendo le luci dello spettacolo e del folklore che accompagnano ogni partita casalinga. Un gesto significativo, raro, soprattutto in un calcio italiano che negli ultimi anni sembra essersi assuefatto a tutto: agli scandali, alle polemiche, persino alla perdita di valori fondamentali.
Il Lecce, d’altro canto, ha affrontato una decisione ancora più difficile, incassando con amarezza il rifiuto della Lega Serie A di posticipare ulteriormente la gara per consentire lo svolgimento dei funerali. Una decisione che, nella sua fredda rigidità burocratica, lascia il sapore amaro di una mancanza di empatia da parte di chi gestisce il nostro campionato. È così che i salentini hanno scelto una protesta silenziosa, senza conferenze stampa, senza dichiarazioni ufficiali, senza proclami urlati sui Social. Un silenzio assoluto, potente, che grida più forte di qualsiasi dichiarazione di facciata.
La scelta della squadra di Giampaolo di partire soltanto il giorno della gara per Bergamo – un viaggio mordi e fuggi, necessario e doloroso – non è solo una forma di rispetto verso Fiorita e i suoi familiari. È anche una presa di posizione netta, che mette a nudo tutta l’ipocrisia di un calcio in cui, troppo spesso, i diritti televisivi, le esigenze di classifica e la macchina organizzativa prevalgono sui valori umani fondamentali.
I tifosi nerazzurri col comunicato del 'Gruppo Forever' hanno fatto ciò che la Lega non ha saputo fare: hanno ascoltato, hanno compreso, e soprattutto hanno mostrato rispetto autentico verso l’avversario colpito dalla tragedia. Perché il calcio, in fondo, è anche questo: è rivalità, certo, ma è soprattutto fratellanza, rispetto, umanità. Valori che oggi, sempre più frequentemente, rischiano di essere calpestati dal cinismo imperante.
Quello che avverrà domenica sera al Gewiss Stadium, salvo cambi di scena improvvisi, sarà allora un momento di altissima dignità sportiva. Sarà un’occasione unica per ricordare a tutti, tifosi, dirigenti e giocatori, che il calcio non può e non deve essere soltanto spettacolo e business. Deve saper conservare uno spazio per la solidarietà, per la vicinanza umana e per la memoria.
Il calcio ha bisogno di riscoprire la propria umanità. E forse proprio da Bergamo, città che conosce bene il significato profondo del dolore, partirà un messaggio che tutto il mondo del pallone farebbe bene ad ascoltare. Domenica sera, quel silenzio sensibile unito ai cuori salentini varrà più di mille cori, più di mille partite vinte, più di mille parole spese inutilmente. Perché, qualche volta, è proprio nel silenzio che il calcio ritrova la sua voce più vera e autentica.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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