Nel calcio moderno, talento e organizzazione contano, ma i risultati continuano a essere proporzionali alla potenza economica. E i numeri lo confermano: in Serie A il gap tra Inter, Juventus, Napoli e il resto del campionato resta profondo, mentre a livello europeo la distanza dalle superpotenze continentali è ancora più ampia. Nonostante ciò, le italiane cercano di colmare almeno parte dello scarto con strategie diverse: chi investe, chi taglia, chi razionalizza.
NAPOLI, CRESCITA RECORD – Il caso più emblematico è quello del Napoli, che dopo lo scudetto ha rilanciato in grande stile. L’arrivo di Kevin De Bruyne (5,5 milioni netti più bonus) e altri rinforzi di spessore ha spinto il monte ingaggi da 92 a quasi 135 milioni di euro, con un incremento del 41% rispetto alla scorsa stagione. Una scelta chiara di Aurelio De Laurentiis e Antonio Conte: consolidare il dominio in Italia e diventare competitivi in Champions League.
Il più pagato resta Romelu Lukaku con 6 milioni netti (grazie al Decreto Crescita), ma al lordo è proprio De Bruyne a pesare di più sulle casse del club. Subito dietro, il giovane Rasmus Højlund a quota 4 milioni annui, simbolo di un Napoli ambizioso e strutturato anche per il futuro.
INTER, POTENZA E CONTROLLO – In testa alla classifica dei salari c’è ancora l’Inter, che conferma il primato con il monte ingaggi più alto della Serie A, pur riducendo leggermente i costi rispetto al 2023-24.
I nerazzurri, forti del titolo di campioni d’Italia e della stabilità tecnica, hanno gestito in modo oculato i rinnovi senza rinunciare alla competitività. Lautaro Martínez, con 9 milioni più bonus, è il secondo giocatore più pagato del Paese, dietro solo a Vlahović. Le partenze di Pavard e Taremi hanno alleggerito i conti, mentre gli arrivi mirati di giovani come Bonny e Sučić hanno permesso di mantenere alto il livello tecnico, contenendo l’impatto salariale.
JUVENTUS E ROMA, TRA PESI E AMBIZIONI – Alla Juventus, il piano di contenimento è saltato di fronte alla permanenza di Dusan Vlahović, che con i suoi 12 milioni netti (oltre 22 lordi) è il giocatore più pagato d’Italia. Senza il centravanti serbo, il club avrebbe ridotto sensibilmente il monte stipendi, ma la sua centralità tecnica ha prevalso su ogni logica finanziaria.
La Roma, invece, ha scelto una strada diversa: con l’arrivo di Gian Piero Gasperini in panchina e una campagna acquisti ambiziosa, i giallorossi hanno superato la soglia dei 100 milioni di monte ingaggi, spinti dai contratti di Paulo Dybala (8 milioni netti) e dei nuovi rinforzi. Scelte che per ora stanno producendo risultati: la Roma condivide il primato in classifica proprio con l’Inter.
MILAN, LA STRADA DELLA SOBRIETÀ – Il Milan - fa il punto sul dato statistico La Gazzetta dello Sport - ha invece imboccato la via della sostenibilità. Dopo aver superato a fatica la soglia dei 100 milioni la scorsa stagione, i rossoneri hanno ridotto il monte ingaggi grazie alle partenze di Bennacer e Adli, contenendo i costi senza rinunciare alla competitività.
Rafael Leão, con i suoi 5,5 milioni netti (anche qui agevolati dal Decreto Crescita), resta il più pagato della rosa. Una strategia prudente, che mira a garantire equilibrio di bilancio e continuità nel lungo periodo.
UN EQUILIBRIO ANCORA LONTANO – Le big italiane restano lontane dagli standard economici dei top club europei. Il Bayern Monaco, il Real Madrid, il City e il PSG viaggiano su cifre tre volte superiori, ma in Serie A si intravede un nuovo equilibrio: Inter e Napoli rappresentano l’élite del potere economico, Juve e Roma inseguono con strategie diverse, il Milan privilegia la sostenibilità.
Il campionato italiano, dopo anni di austerità, sembra aver ritrovato la voglia — e la forza — di investire. Ma come sempre, il campo sarà il vero giudice: i milioni contano, ma le idee ancora di più.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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