Il comunicato diramato ieri dai 12 club fondanti sulla nascita della nuova Superlega è un punto di non ritorno. Lo è perché è il frutto di anni e anni di colloqui, dialoghi e discorsi tra i top club europei e la UEFA che non hanno mai del tutto soddisfatto i più importanti società di calcio. I discorsi principali sono due e riguardano entrambi l'aspetto economico. Per i club che hanno fondato la Superlega, l'UEFA divide male i soldi che raccoglie dalle sue competizioni e, soprattutto, ne raccoglie troppo pochi.
Per essere chiari: Jp Morgan per finanziare il nuovo campionato mette sul piatto 3.5 miliardi di euro che potranno dividersi i 12 club che hanno fondato la Superlega. Poco meno di 300 milioni a testa. Il Bayern, che ad agosto ha vinto la Champions, ne ha incassati poco più di un quarto. In tempi di pandemia, di crisi economica e di disperazione finanziaria, questo aspetto fa tutta la differenza del mondo per chi governa questi club.
Ma la Superlega, che nasce (dovrebbe nascere) solo per sopperire alla crisi economica, per trovare una soluzione a club sempre più in perdita, c'entra poco col mondo dello sport. La levata di scudi è stata totale, a partire dalle istituzioni del calcio. Ognuno ha le sue motivazioni, ma solo sommandole si potrà respingere quella che è più una reale minaccia.
La più colpita dalla Superlega sarebbe la UEFA. Non scomparirebbe, ma è chiaro che senza i club europei più importanti la Champions League perderebbe di significato. Si svuoterebbe. Avrebbe meno appeal, avrebbe un valore di gran lunga più basso. Ma la UEFA, che oggi ha confermato il nuovo format della Champions a partire dal 2024, da sola ha poche armi. In questa battaglia l'appoggio delle Federazioni è necessario: oggi, tra il serio e il faceto, il Betis Siviglia sul suo sito ha già tolto Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid dalla classifica. Vi immaginate se le Federazioni ragionassero subito allo stesso modo? Intanto hanno garantito che dal momento in cui la Superlega partirà, le squadre partecipanti verranno estromesse dai singoli campionati. Ma una mossa ancora più forte sarebbe quella di escluderli subito: vuoi andare via 'il prima possibile'? Allora vai via subito... Oggi non siamo ancora a questo passaggio qui, ma non è da escludere.
Posizione fondamentale anche quella della FIFA. Nel comunicato diramato ieri sera, la FIFA ha dato appoggio totale alla UEFA e fatto sapere che i calciatori che prenderanno parte alla Superlega non potranno rappresentare le rispettive nazionali. E' un colpo durissimo per i giocatori, un colpo che inevitabilmente metterà i giocatori contro i proprio club. Vi immaginate un Cristiano Ronaldo che non può più giocare col Portogallo per partecipare alla Superlega con la Juve? O De Bruyne che rinuncia al sogno di vincere la Coppa del Mondo col Belgio per difendere il contratto col Manchester City? Io onestamente no, e come me credo in tanti...
E poi i tifosi, l'opinione pubblica. Subito dopo l'annuncio della Superlega, tutti hanno duramente attaccato la decisione di questi 12 club. Ma il calcio vive per i tifosi e fa (tanti) soldi grazie ai tifosi. Se perde di interesse, perde di valore...
Se tutte le parti in causa, quindi, remeranno contro la nascita di una Superlega che rende il calcio dei ricchi sempre più ricco e quello dei poveri sempre più povero, che azzera la meritocrazia ed espropria il calcio della sua stessa essenza, allora questo attacco verrà respinto. Se invece le Federazioni o la FIFA si siederanno attorno a un tavolo per trovare un accordo, allora la UEFA potrà alzare bandiera bianca. Definitivamente.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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