L'Inter rialza la testa, ribalta il Torino dopo essere stata sotto all'intervallo e aggancia la Lazio al secondo posto in classifica: sebbene le possibilità di vincere il titolo siano minime, la fiammella è ancora accesa. Un successo che arriva dopo due passi falsi e che da essi ha portato a un vero e proprio scossone:
Lo si nota dalle scelte iniziali di Antonio Conte. Il tecnico lascia fuori Eriksen per la seconda partita consecutiva, terza nelle ultime quattro gare. Fuori anche Skriniar, pessimo contro il Verona al ritorno dopo tre partite di squalifica. Altro giro di stop, stavolta per scelta tecnica con la conferma di Godin nel trio di difesa. Gagliardini al centro con Borja Valero sulla trequarti. Torna Lautaro Martinez in attacco, al suo fianco Alexis Sanchez. Romelu Lukaku non è nemmeno in panchina. Torino abbottonato, quello che si presenta a San Siro: Belotti unica punta, supportato da Verdi. Si rivede in difesa Izzo che torna dopo aver scontato la squalifica. Centrocampo folto con Ola Aina nel ruolo di mezzala.
Inter che sembra avere il controllo della partita nei primi minuti, poi la doccia fredda, inaspettata, al 17'. Corner dalla destra calciato da Verdi con un tiro a giro, Handanovic in presa alta ma clamorosamente lo sloveno si fa sfuggire il pallone e Belotti, appostato proprio nell'area piccola, può depositare in rete il più facile dei gol. Quindicesimo gol in campionato, a segno per la sesta partita consecutiva. Solo Ruggiero Rizzitelli (1994/95) e Ciro Immobile (2013/14) sono riusciti a tale exploit. Nel finale del primo tempo può arrivare anche il raddoppio, con Ansaldi. Handanovic dice di no da distanza ravvicinata e a posteriori possiamo scrivere che si tratta di una parata che lo riabilita se non altro parzialmente. Perché mantenere lo 0-1 serve a far partire la rimonta.
Rimonta che arriva, immediata, nella ripresa: due azioni fotocopia, protagonisti differenti. La Beneamata prende il Toro dalle corna e lo ribalta. Lancio di Brozovic, sponda di testa di Lautaro e Young al volo di destro va in gol: 1-1 al 49'. Lancio di Young, sponda di testa di Sanchez, incornata di Godin sul quale il portiere non può nulla: 2-1 al 51'. La partita finisce di fatto lì. Torino tramortito e Inter che va sul velluto: fa girar palla, arriva facilmente alla conclusione, trova infine il terzo gol. Sanchez e Lautaro si cercano e si trovano e in una di queste azioni ecco il gol dell'argentino, su assist del cileno, con la deviazione decisiva di Bremer: 3-1 al 61' e il "Toro", oltre a matare il Toro, ritrova la gioia del gol (13° in campionato) dopo cinque partite (due di esse dalla panchina) a secco, decisamente troppe per uno come lui. Potrebbe anche dilagare l'Inter, fra errori di Sirigu a cui pone egli stesso rimedio e parate importanti dello stesso portiere. C'è tempo anche per Eriksen, a far tirare il fiato a Lautaro Martinez a 6 minuti dalla fine. E stavolta non c'è neanche la scusa di voler lasciare la "standing ovation" per l'argentino, viste le porte chiuse. Immaginabile la felicità del danese, ma per questo ci sarà tempo.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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