Non tutti i giocatori parlano il linguaggio del calcio con naturalezza. Lorenzo Riccio, sì. Lo fa con i piedi e con la testa, attraverso il controllo orientato, la postura, la calma con cui comanda il gioco da regista moderno. A soli 18 anni, il centrocampista dell’Atalanta e della Nazionale Under 20 è diventato il metronomo degli Azzurrini di Carmine Nunziata, in piena corsa al Mondiale in Cile.

DAL SOGNO ALLA REALTÀ – «La maglia azzurra è sempre un sogno» racconta Riccio ai microfoni della FIGC. «Fare tutta la trafila delle Nazionali giovanili mi ha fatto capire il senso di appartenenza e l’importanza di rappresentare l’Italia». Giovedì, a Rancagua, l’Italia sfiderà gli Stati Uniti negli ottavi di finale, dopo essersi classificata seconda nel girone dietro l’Argentina. Una partita chiave, che dirà molto sulla crescita di un gruppo giovane ma determinato. «C’è un grande gruppo, unito, e questo conta tantissimo per arrivare in fondo. Ci crediamo».

UN LEADER CHE PENSA E GIOCA – Contro l’Argentina, Riccio aveva trovato il gol del momentaneo vantaggio, poi annullato dal VAR per un fallo a inizio azione. Nonostante l’episodio, il suo rendimento è stato da leader: sempre lucido, sempre nel vivo del gioco, punto di equilibrio tra costruzione e recupero.
Lorenzo si ispira a Éderson, suo modello a Zingonia, «perché è un calciatore completo», e a Sandro Tonali, per la capacità di unire «qualità e carattere». Ma il suo idolo resta Cristiano Ronaldo: «È il simbolo del lavoro quotidiano e dell’ambizione».

UNA VITA NEL CALCIO – Il talento di Riccio nasce in casa. Papà Luigi, ex calciatore di Piacenza, Sassuolo e Ternana, oggi è il vice di Gennaro Gattuso nella Nazionale maggiore. Mamma Maila e il fratello maggiore Matteo completano un nucleo che respira calcio, ma soprattutto equilibrio e umiltà.
Lorenzo inizia a giocare a sei anni nella Cedratese, poi vola a Creta seguendo il padre allenatore, vestendo la maglia dell’OFI Creta. Tornato in Italia, passa all’Accademia Inter prima di approdare all’Atalanta a dieci anni. Da allora, Zingonia è la sua casa e la sua università calcistica.

IL RICORDO DI BUDAPEST – Tra i momenti più intensi del suo percorso azzurro, Riccio cita l’esordio all’Europeo Under 17 contro la Spagna: «È stato bellissimo affrontare giocatori come Lamine Yamal e Pau Cubarsí. Ti rendi conto di quanto puoi crescere».
E proprio quella consapevolezza — di poter crescere sempre, di poter imparare da ogni sfida — è ciò che lo rende diverso.

TESTA, EQUILIBRIO E PERSONALITÀ – Giovedì, allo stadio El Teniente di Rancagua, Lorenzo guiderà l’Italia contro gli Stati Uniti con la serenità di chi ha imparato che nel calcio non basta esserci: bisogna saperci stare. E lui, figlio d’arte, leader silenzioso e simbolo della nuova generazione atalantina, in mezzo al campo ci sa stare eccome.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 08 ottobre 2025 alle 00:55
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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